Cristo e l'adultera

Nicolò de' Barbari 1506-1510

Il dipinto illustra l’episodio narrato nel Vangelo di Giovanni. Il centro della scena è occupato dalla figura di Cristo, attorniato dai membri del Sinedrio e rivolto verso un personaggio riccamente abbigliato alla sua destra, colto nell’atto di discutere la condanna da infliggere alla giovane donna. I personaggi, ritratti di tre quarti, si stagliano su un uniforme fondale scuro, al di là di un parapetto marmoreo sul quale è dipinto in trompe-l’oeil un cartiglio fissato con della ceralacca che reca la firma del pittore seguita da un piccolo tridente. Si tratta dell'unica opera firmata del veneziano Nicolò de' Barbari, attivo all'aprirsi del Cinquecento, un artista il cui profilo biografico risulta ancora molto lacunoso.

Il dipinto illustra l’episodio narrato nel Vangelo di Giovanni. Il centro della scena è occupato dalla figura di Cristo, attorniato dai membri del Sinedrio e rivolto verso un personaggio riccamente abbigliato alla sua destra, colto nell’atto di discutere la condanna da infliggere alla giovane donna. I personaggi, ritratti di tre quarti, si stagliano su un uniforme fondale scuro, al di là di un parapetto marmoreo sul quale è dipinto in trompe-l’oeil un cartiglio fissato con della ceralacca che reca la firma del pittore seguita da un piccolo tridente. Si tratta dell'unica opera firmata del veneziano Nicolò de' Barbari, attivo all'aprirsi del Cinquecento, un artista il cui profilo biografico risulta ancora molto lacunoso.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Cristo e l'adultera Autore: Nicolò de' Barbari Data oggetto: 1506-1510 Materiale: Tavola Tecnica: Tempera su tavola Dimensioni: altezza 93 cm; larghezza 121 cm
Tipologia: Dipinti Acquisizione: 1930 Numero inventario principale: 5815

La tavola, unico dipinto che rechi in calce la firma di Nicolò de’ Barbari, proviene dal palazzo di Alvise Mocenigo a San Samuele, a Venezia. Il dipinto, probabilmente già in origine destinato al palazzo, ancora si trovava in quella sede nel 1926, quando fu visto prima da Mündler (Togneri Dowd 1985) e poi da de Hevesy (nel 1926), prima di entrare a far parte delle collezioni del Museo Nazionale di Palazzo Venezia a seguito del dono da parte del conte André de Robilant Mocenigo nel 1930 (Santangelo 1947, p. 16). Il pittore, noto unicamente attraverso questo dipinto, deve essere verosimilmente identificato con il “M.° Nicolao de Barbari de Venetia pintore“ documentato nel 1516, anno in cui risulta attivo per i monaci dell’abbazia di Montecassino (Dal Pozzolo 1992, p. 73, nota 1). Il tridente che segue la firma di Nicolò è stato messo più volte posto in relazione con il caduceo che accompagna le firme del più noto pittore Jacopo de’ Barbari, al punto da ipotizzare un rapporto di bottega e di parentela molto stretto fra Nicolò e Jacopo (Voss 1908), talvolta persino ritenuti fratelli (de Hevesy 1926). L’ipotesi di una stretta parentela tra Nicolò e Jacopo, accolta in seguito da larga parte della critica, è stata tuttavia posta in dubbio (Levenson 1978, p. 47, nota 23) e rimane, in assenza di prove documentarie, tuttora indimostrabile. La cronologia del dipinto è tradizionalmente ancorata alla presenza a Venezia del pittore tedesco Albrecht Dürer tra il 1505 e il 1506: tra i primi confronti proposti vi è quello con il Cristo fra i dottori (1506, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid), con il quale il dipinto in esame condivide la vena grottesca – ben esemplificata dal personaggio accanto al Cristo nelle due tavole –  e il repertorio dei gesti delle mani. Altri confronti sono stati istituiti con il Cristo tra i dottori di Cima da Conegliano (1504, Museo Nazionale, Varsavia) e con il Cristo e l’adultera di Marco Marziale (1506 circa, Istituto di Storia dell’Arte, Gröninger), soprattutto per quanto concerne la figura di Cristo e le comuni tangenze con la pittura nordica (Bialostocki 1959, pp. 29-30; Dal Pozzolo 1992, pp. 73-74). Nella ricostruzione della parabola artistica di Nicolò de’ Barbari, Dal Pozzolo pone la tavola di Palazzo Venezia tra i pezzi più antichi del suo catalogo, proponendone un significativo arretramento della datazione agli ultimi anni del XV secolo (Dal Pozzolo 1992, pp. 80-81), respinta successivamente da Engel e Ciofetta (Engel 2012a, pp. 147-168; Engel 2012b, pp. 33-34; Ciofetta 2018, p. 475). Il grafismo e il netto emergere delle figure dal fondo inseriscono  pienamente il dipinto nell’ambiente veneziano in dialettico confronto con l’arte düreriana, pur non mancando relazioni di carattere tipologico-compositivo con Giovanni e Gentile Bellini (Ciofetta 2018, p. 474).

Fabio Mari

Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025

Buono.

«NICHOLAVS / de barbaris fecit».

Venezia, Palazzo Mocenigo;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, dal 1930.

Torino, Reggia di Venaria Reale, La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati, 28 marzo-16 settembre 2018.

Voss Hermann, Barbari, Niccolò de', in U. Thieme, F. Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Kunstler von der Antike bis zur Gegenwart, II, Leipzig 1908, p. 464;
de Hevesy André, A Picture by Nicolò de Barbari in Venice, in «The Burlington Magazine for connoisseurs», XLVIII, 1926, p. 206;
Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo. 1. Dipinti, Roma 1947;
Hermanin Federico, Il Palazzo di Venezia, 1948;
Bialostocki Jan, "Opus quinque dierum", Dürer's 'Christ Among the Doctors' and its Sources, in «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes», 22, 1/2, 1959, pp. 17-34;
Levenson Jay Alan, Jacopo de' Barbari and Northern Art of the Early Sixteenth Century, Ph. D., New York, New York University 1978;
Togneri Dowd Carol (a cura di), The Travel Diaries of Otto Mündler 1855-1858, in «The Volume of the Walpole Society», 51, 1985, pp. 69-157;
Dal Pozzolo Enrico Maria, Nella selva di Nicolò de' Barbari, in «Saggi e memorie di storia dell'arte», 18, 1992, pp. 71-83, 183-193;
Barberini Maria Giulia, Sconci Maria Selene (a cura di), Guida al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Roma 2009;
Engel Sabine, Das Lieblingsbild der Venezianer. Christus und die Ehebrecherin in Kirche, Kunst und Staat des 16. Jahrhunderts, Berlin 2012;
Engel Sabine, Disciplinare le donne attraverso la pittura: Cristo e l'adultera di Nicolò de' Barbari (c. 1506), in Bellavitis Anna, Filippini Nadia Maria, Plebani Tiziana (a cura di), Spazi, poteri, diritti delle donne a Venezia in età moderna, Verona 2012, pp. 31-42;
Ciofetta Simonetta, Banchelli Carlotta, Ciardi Maria Rita, Righetti Isabella, scheda n. 51 (Nicolò de’ Barbari, Cristo e l’adultera), in Bertelli Carlo, Bonsanti Giorgio, Restituzioni. Tesori d’arte restaurati: La Fragilità della Bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati, catalogo della mostra (Torino, Reggia di Venaria Reale, 28 marzo-16 settembre 2018), Venezia 2018, pp. 472-477.

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