Corsesca a pipistrello o spiedo ad ali
Manifattura italiana 1500-1520
La corsesca è un’arma bianca che si presenta come evoluzione dello spiedo da caccia e prende il suo nome dall’isola della Corsica, dove probabilmente fece la sua comparsa in questa forma caratteristica. Composta da una cuspide con due ali puntute, issata su una lunga asta, fu un’arma molto diffusa in Italia dalla fine del Quattrocento fino al pieno Seicento, perché molto efficace in battaglia, grazie alle punte e alle lame affilate.
La corsesca è un’arma bianca che si presenta come evoluzione dello spiedo da caccia e prende il suo nome dall’isola della Corsica, dove probabilmente fece la sua comparsa in questa forma caratteristica. Composta da una cuspide con due ali puntute, issata su una lunga asta, fu un’arma molto diffusa in Italia dalla fine del Quattrocento fino al pieno Seicento, perché molto efficace in battaglia, grazie alle punte e alle lame affilate.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Questa corsesca è composta da una lunga asta di legno alla quale è fissata la parte metallica, con cuspide centrale triangolare costolata, sotto la quale si aprono ai lati due ali puntute con bordo inferiore sagomato (di Carpegna 1969, p. 63, n. 374; di Carpegna 1976, p. 63). All’attaccatura del metallo sulla parte in legno si conserva una nappa in tessuto di colore giallo e rosso. L’arma è liscia, priva di decorazioni e di marca dell’armaiolo e reca segni di colpi soprattutto sulla cuspide centrale, mentre la punta di una delle due ali è leggermente storta.
La corsesca, dal francese “corsèque“ (còrso), è un’arma bianca inastata probabilmente originaria della Corsica e, già diffusa a partire dal Medioevo come evoluzione più articolata dello spiedo da caccia, ebbe i suoi secoli di maggior fortuna tra Quattro e Seicento. Questa specifica variante è detta anche corsesca palmata, o “a pipistrello“ (“chauve-souris“) perché presenta ali laterali frastagliate che venivano particolarmente affilate, rendendola un’arma molto efficace sul campo di battaglia (Gelli 1900, p. 165-166; Waldman 2005, pp. 177-182; Oakeshott 2012, p. 53).
Proprio la dimensione notevole, la stazza massiccia e il conseguente peso, hanno portato a suppore che questo esemplare fosse stato realizzato, e usato, per la guerra e non per la caccia, per la quale servivano armi più leggere e maneggevoli (Scalini 2018, p. 128, n. IV.5).
Sebbene questa corsesca non sia marchiata dall’armaiolo, è possibile ricondurla a un gruppo di armi di fattura affine, tutte attribuite a botteghe italiane operanti all’inizio del XVI secolo, come quella già di Collezione Zschille al Cleveland Museum of Art (Fliegel 1998, p. 168, n. 113), o quelle già nelle collezioni Riggs e Talleyrand-Périgord e ora al Metropolitan Museum di New York (inv. 14.25.197 e inv. 04.4.83)
L’arma fa parte della collezione del principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), acquistata dallo Stato italiano nel 1959 e collocata a Palazzo Venezia nel 1969. Questa vasta raccolta non era un’armeria di famiglia, ma era frutto di mirati acquisti sul mercato nazionale (Firenze, Roma) e internazionale (Parigi, Londra) a partire dal tardo Ottocento (Barberini 2007), guidati dal gusto personale di Odescalchi.
Giulia Zaccariotto
Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025
Stato di conservazione
Discreto.
Provenienza
Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 1538);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.
Esposizioni
Roma, Museo di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 23 luglio-11 novembre 2018.
Bibliografia
Gelli Jacopo, Guida del raccoglitore e dell’amatore di armi antiche, Milano 1900;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 63, n. 374;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Fliegel Stephen N., Arms and Armor: the Cleveland Museum of Art, Cleveland 1998;
Waldman John, Hafted Weapons in Medieval and Renaissance Europe: The Evolution of European Staff Weapons between 1200 and 1650, Leiden 2005;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Oakeshott Ewart, European Weapons and Armour. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 129, n. IV.6.