Coppia di leoncini accosciati

Bottega di Vassalletto Metà del XIII secolo

I due leoncini in pietra sono raffigurati accosciati su di una base rettangolare. La presenza di un basamento sulla schiena e di un'altra forma circolare posta nel retro rendono plausibile che le due statue reggessero una cassa sepolcrale o un lavabo o un elemento orizzontale.

I due leoncini in pietra sono raffigurati accosciati su di una base rettangolare. La presenza di un basamento sulla schiena e di un'altra forma circolare posta nel retro rendono plausibile che le due statue reggessero una cassa sepolcrale o un lavabo o un elemento orizzontale.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Coppia di leoncini accosciati Autore: Bottega di Vassalletto Data oggetto: Metà del XIII secolo Materiale: Pietra Tecnica: Scultura Dimensioni: (a) altezza 28 cm, larghezza 13 cm;
(b) altezza 32 cm, larghezza 13 cm.
Tipologia: Sculture Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: (a) 10410; (b) 10411

I leoni sono raffigurati accovacciati su di un basamento rettangolare; le zampe posteriori sono piegate mentre le anteriori sono saldamente piantate a terra in posizione eretta.
Le due sculture sono molto simili tra di loro per fattezze e dimensioni. Entrambe, all’altezza delle spalle, presentano un rilievo circolare che fungeva da supporto per un elemento, oggi perduto, che doveva essere sostenuto dalle due belve. Nella parte posteriore delle terga degli animali vi è una voluta decorata all'esterno con quattro solchi paralleli equidistanti.
Una fotografia del 1968 del Gabinetto Fotografico Nazionale (E 6 4513) mostra come nel leoncino inventariato 10411 l’elemento posto nel retro fosse più alto e perfettamente in linea con il supporto circolare posto sulle spalle.
Ricostruita in questo modo la forma delle due sculture, è plausibile ipotizzare che, anziché essere le basi di un candelabro per cero pasquale o di ambone o recinzione (Santangelo 1954, p. 10; Tomei, scheda OA n. 57/1979), i due leoni sostenessero una cassa sepolcrale, un lavabo o qualsiasi altro tipo di elemento orizzontale che potesse trovare appoggio su entrambe le basi.
Non è dato sapere con certezza da dove provengano le sculture. Le prime notizie collezionistiche si rintracciano in un manoscritto di Federico Hermanin, non datato, in cui sono annotati nell’elenco delle opere lapidee di Palazzo Venezia. Nonostante questa segnalazione, l’immissione ufficiale delle due statue nelle collezioni del Museo di Palazzo Venezia è più tarda: alla data del 30 giugno 1953, ancora una volta, Hermanin annovera le due fiere marmoree nel VII tomo dell’inventario del museo, segnalando una generica provenienza da demolizioni (Latini 1998-99).
Poiché nell’area di piazza Venezia le demolizioni erano terminate abbondantemente prima degli anni cinquanta, è arduo ipotizzare che le sculture provenissero dal medesimo contesto urbano.
Federico Hermanin fornisce anche la prima considerazione stilistica delle due statue, riconducendole alla bottega dei cosmati con una datazione al XII secolo.
Quest’inquadramento fu rivisto da Santangelo (1954, p. 10) e successivamente dalla Casanova (1994, n. 83); entrambi riferirono le statue alla produzione della famiglia di lapicidi dei Vassalletto,  posticipandone l’esecuzione al secolo successivo, più precisamente al 1260 circa, in base a una serie di confronti con i leoni della cattedra di Anagni.
La revisione cronologica su quest’ultime due sculture – che non furono ab origine pertinenti alla cattedra anagnina bensì probabilmente parte di una recinzione –, con un’anticipazione agli anni trenta/quaranta del medesimo secolo consentono di retrodatare anche le due fiere di Palazzo Venezia, le quali, altresì, trovano confronti più saldi con il leone reimpiegato nel lato destro della cattedra del duomo di Ferentino e con quello oggi posto nel banco destro della chiesa romana di San Lorenzo fuori le mura (Gandolfo 1980, p. 361; Gianandrea 2006, pp. 115, 128; Claussen 2010, pp. 426-427).
Il modellato tornito della muscolatura, la resa naturalistica della criniera divisa in ciocche, l’attenzione nella resa delle proporzioni e di una posa aggraziata per le due fiere consente di inserire con sicurezza le opere nel corpus scultoreo dei Vassalletto, che con maggior perizia rispetto ai cosmati tentavano il recupero di un linguaggio antichizzante.

Valentina Fraticelli

Discreto. La scultura presenta lacune in corrispondenza della base posta sopra la schiena e nella parte posteriore. Vi sono inoltre abrasioni.

Proveniente da demolizioni non meglio precisabili.

Roma, Palazzo delle Esposizioni, La seta e la sua via, 23 gennaio-10 aprile 1994;
Saragozza, La Lonja; Tarragona, Centro Social y Cultural; Siviglia, Casa de la provincia, Marco Polo y el libro de las maravillas, aprile 2006-gennaio 2007.

Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, p. 10; 
Tomei Alessandro, schede inv. Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, ottobre 1979; 
Gandolfo Francesco, La cattedra papale in età federiciana, in Romanini Angiola Maria (a cura di), Federico II e l’arte del Duecento italiano, Atti della III settimana di studi di storia dell’arte medievale, (Roma, 1979), I, Galatina 1980, pp. 339-366; 
Casanova, in Lucidi Maria Teresa (a cura di), La seta e la sua via, catalogo della mostra (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 23 gennaio-10 aprile 1994), Roma 1994, p. 182, n. 83; 
Latini Massimo, Il Lapidarium Medievale del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia in Roma, tesi di laurea in Storia dell’arte medievale e in Museologia e Storia del collezionismo. Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, Università della Tuscia. a.a. 1998-99; 
Gianandrea Manuela, La scena del sacro, l’arredo liturgico nel basso Lazio tra XI e XIV secolo, Roma 2006, pp. 115, 128; 
Goméz García Concha (a cura di), Marco Polo y el libro de las maravillas, catalogo della mostra (Saragozza, La Lonja; Tarragona, Centro Social y Cultural; Siviglia, Casa de la provincia, aprile 2006-gennaio 2007), Barcelona 2006, pp. 80-81, n. 41; 
Gianandrea, in Barberini Maria Giulia (a cura di), Tracce di Pietra. La collezione dei marmi di Palazzo Venezia, Roma 2008, pp. 204-205, n. 41;
Claussen Peter Cornelius, Die Kirchen der Stadt Rom im Mittelalter, II.3, G-L, S. Giacomo alla Lungara bis S. Lucia della Tinta, Stüttgart 2010, pp. 426-427 (Corpus Cosmatorum).

Oggetti correlati

Correlati
pietra
Sculture
scultura
1000 d.C. - 1400 d.C.