Cofanetto bizantino in avorio con scene della vita di Davide

Ambito bizantino Fine IX-inizio del X secolo

In mostra presso Palazzo Venezia

Il cofanetto in avorio intagliato ha forma parallelepipeda ed è chiuso da un coperchio troncopiramidale con cerniere e lucchetto (non originali). I quattro lati della cassetta e del coperchio ospitano un ciclo di storie della vita di Davide. Sulla placca centrale del coperchio sono raffigurati un imperatore e un'imperatrice incoronati da Cristo, e più in basso una seconda coppia, forse i committenti. Le iscrizioni sul coperchio e lungo il profilo superiore del cofanetto confermano che l'opera fu concepita come dono per una coppia imperiale bizantina, probabilmente a cavallo tra IX e X secolo.

Il cofanetto in avorio intagliato ha forma parallelepipeda ed è chiuso da un coperchio troncopiramidale con cerniere e lucchetto (non originali). I quattro lati della cassetta e del coperchio ospitano un ciclo di storie della vita di Davide. Sulla placca centrale del coperchio sono raffigurati un imperatore e un'imperatrice incoronati da Cristo, e più in basso una seconda coppia, forse i committenti. Le iscrizioni sul coperchio e lungo il profilo superiore del cofanetto confermano che l'opera fu concepita come dono per una coppia imperiale bizantina, probabilmente a cavallo tra IX e X secolo.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Cofanetto bizantino in avorio con scene della vita di Davide Ambito Ambito bizantino Data oggetto: Fine IX-inizio del X secolo Materiale: Avorio Tecnica: Intaglio Dimensioni: altezza 12,1 cm; larghezza 16,2 cm; peso 835 g
Tipologia: Avori Acquisizione: 1920 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 1491

Il cofanetto si compone di una scatola inferiore di forma parallelepipeda e di un coperchio troncopiramidale, che si chiude sulla base con due cerniere e una piccola serratura in metallo. A differenza degli altri cofanetti di produzione bizantina oggi noti, quello di Palazzo Venezia si caratterizza per essere costituito esclusivamente di pannelli di avorio d'elefante, innestati tra loro per mezzo di un complesso sistema a incastro. I quattro lati della scatola e i quattro pannelli trapezoidali del coperchio ospitano un vasto ciclo di storie della vita di Davide tratto dal primo libro di Samuele. Il ciclo è composto da ben quindici scene, dalla nascita del profeta (lato frontale della scatola) fino alla sua incoronazione (lato posteriore del coperchio), e include episodi molto celebri quali la lotta di Davide contro il leone (lato frontale della scatola) e l'uccisione di Golia (lato posteriore). I rilievi si caratterizzano per uno stile molto dinamico, con personaggi dalla testa grande, busto tozzo e arti raccorciati, rappresentati in pose vivaci ed espressive. Il considerevole spessore dei pannelli d'avorio – che raggiunge in alcuni punti anche gli 8 millimetri – consentì agli artisti di ottenere effetti tridimensionali molto marcati, con frequente uso di sottosquadro e grande cura nei dettagli degli sfondi architettonici, del mobilio e degli accessori. Il pannello centrale del coperchio è suddiviso in tre registri: il registro centrale contiene una scena di incoronazione imperiale, con Cristo che impone le mani sulle teste coronate di un imperatore (a sinistra) e un'imperatrice (a destra), rappresentati in vesti di corte. Più in basso, una seconda coppia in abiti laici e in atteggiamento orante è forse individuabile con la coppia di donatori del cofanetto, come sembra peraltro dichiarare l'iscrizione posta nel registro superiore del pannello, che invoca la benedizione divina sui sovrani. Una seconda iscrizione, purtroppo frammentaria, corre tutt'intorno il bordo superiore della scatola, e celebra nuovamente l'imperatore (la cui anima è definita come “tesoro di doni sublimi”) e l'imperatrice (il cui corpo è descritto come “tesoro di qualità meravigliose”). L'assenza di nomi o di altri indizi datanti all'interno delle iscrizioni ha sollevato un vivace dibattito critico relativo all'identità della coppia imperiale destinataria del cofanetto, che fu probabilmente concepito come dono nuziale. Salvo rare eccezioni, gli studiosi sono oggi propensi a riconoscere l'imperatore come Leone VI (896-912) e l'imperatrice come una delle sue quattro mogli (forse Zoe, sposata nell'898); altri ritengono invece che la coppia sia da individuarsi con Basilio I (867-896) e la moglie Eudocia Baiané.
Il cofanetto è testimoniato come parte del Museo Kircheriano solo dalla fine dell'Ottocento e non sono note le sue vicende conservative precedenti. In un momento imprecisato, tuttavia, l'opera fu certamente sottoposta a un radicale restauro, che comportò il rimpiazzo di cerniere e lucchetto e la sostituzione di una porzione dell'iscrizione del bordo superiore della scatola (in corrispondenza dei lati posteriore e sinistro), oltre al rifacimento della testa di un soldato nella scena della decapitazione di Golia e dell'intero pannello con l'incontro fra Davide e Achimelech. Il carattere classicheggiante di questi restauri sembra comunque denunciare una committenza colta, forse coincidente proprio con la cerchia di Athanasius Kircher – presso cui non è escluso che il cofanetto si trovasse sin dal XVII secolo. Passato a Castel Sant'Angelo dopo la dispersione del Museo Kircheriano, l'opera entrò nelle collezioni di Palazzo Venezia a partire dal 1920.

Giovanni Gasbarri

I pannelli eburnei che compongono il cofanetto sono fessurati in più punti e alcuni dettagli dei rilievi sono andati perduti. Una parte consistente dell'iscrizione sul bordo superiore, così come la placca sinistra del coperchio (Davide e Achimelech) sono frutto di una rilavorazione/sostituzione, forse seicentesca, epoca a cui potrebbero risalire anche le cerniere e la serratura attuali. Al di sopra del coperchio si intravedono i fori d'innesto di una maniglia, oggi mancante. Si osservano inoltre tracce residue di policromia.

Coperchio: «+ΧΡΙΣΤΕΥΛΟΓΗΤΟΝ ΔΕ/ΣΠΟΤΩΝ ΞΥΝΩΡΙΔΑ: / ΔΟΥΛΗ ΞΥΝΩΡΙΣ / ΠΡΟΣΚΥΝΕΙ ΚΑ / ΤΑΞΙΑΝ»;
bordo superiore del cofanetto: «ΘΗΣΑΥΡ[Ο]Σ ΔΩΡΩΝ ΥΨΗΛΩΝ ΑΥΤΟΚΡΑΤΟΡ: Η ΣΗ ΨΥΧΗ Κ[ΑΙ] ΣΚΕΥΟΣ ΘΕΙΩΝ ΧΡΗΜΑΤΩΝ ΠΛΗΝ Κ[ΑΙ] ΘΗΣΑΥΡ[ΟΣ] ΠΡΟΤΕΡΗΜΑΤΩΝ ΞΕΝΩΝ ΤΟ ΣΟΝ ΣΚΗΝΟΣ Ω ΒΑΣΙΛΙΣ [...] ΤΗΛΙΚΟΥΤΩ ΣΥΖΥΓΩ [...] ΑΤΩ».

Roma, Museo Kircheriano, documentata dal 1870;
Roma, Museo di Castel Sant'Angelo, dal 1913;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, dal 1920.

Parigi, Musée des Arts Décoratifs, Bibliothèque Nationale, Exposition internationale d’art byzantin, 28 maggio-9 luglio 1931;
Ravenna, Chiostri Francescani, Mostra degli avori dell’Alto Medio Evo, 9 settembre-21 ottobre 1956;
Edimburgo, Royal Scottish Museum; Londra, Victoria and Albert Museum, Masterpieces of Byzantine Art, 23 agosto-9 novembre 1958;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Athanasius Kircher. Il museo del mondo, 28 febbraio-22 aprile 2001;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Cipro e l’Italia al tempo di Bisanzio. L’icona grande di San Nicola tis Stégis del XIII secolo restaurata a Roma, 23 giugno-26 luglio 2009.

Goldschmidt Adolph, Weitzmann Kurt, Die byzantinischen Elfenbeinskulpturen des X. - XIII. Jahrhunderts, I, Kästen, Berlin 1930, pp. 63-64, n. 123;
Diehl Charles (a cura di), Exposition internationale d’art byzantin, catalogo della mostra (Parigi, Musée des Arts Décoratifs, Bibliothèque Nationale, 28 maggio-9 luglio 1931), Paris 1931, n. 86;
Bovini Giuseppe, Bona Ottolenghi Luisa (a cura di), Mostra degli avori dell’Alto Medio Evo, catalogo della mostra (Ravenna, Chiostri Francescani, 9 settembre-21 ottobre 1956), Faenza 1956, n. 108;
Talbot Rice David (a cura di), Masterpieces of Byzantine Art, catalogo della mostra (Edimburgo, Royal Scottish Museum; Londra, Victoria and Albert Museum, 23 agosto-9 novembre 1958), Edinburgh 1958, n. 121; 
Cutler Anthony, Oikonomides Nicholas, An Imperial Byzantine Casket and Its Fate at a Humanist’s Hand, in «Art Bulletin», 70, 1988, pp. 77-87;
Maguire Henry, The Art of Comparing in Byzantium, in «Art Bulletin», 70, 1988, pp. 88-103;
Lo Sardo Eugenio (a cura di), Athanasius Kircher. Il museo del mondo, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 28 febbraio-22 aprile 2001), Roma 2001 n. I.3;
Elides Ioannis (a cura di), Cipro e l’Italia al tempo di Bisanzio. L’icona grande di San Nicola tis Stégis del XIII secolo restaurata a Roma, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 23 giugno-26 luglio 2009), Nicosia 2009, n. 1;
Moretti Simona, Roma bizantina. Opere d’arte dall’impero di Costantinopoli nelle collezioni romane, Roma 2014, pp. 221-225;
Galardi Elisa, The David Casket: A Gift for the Byzantine Empress, in «Cahiers Archéologiques», 20, 2022, pp. 20-37;
Gasbarri Giovanni, A King, a Priest, and (Maybe) an Idol: The David Casket and Its Afterlife in Rome, in «Arte Medievale», s. IV, 13, 2023.

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