Celata a ventaglia

Manifattura austriaca 1490-1500

In mostra presso Palazzo Venezia

La celata era un elmo da guerra in uso nel Quattrocento che aveva la funzione di proteggere il capo dei soldati. Questo esemplare, di fabbricazione austriaca o della Germania meridionale, è di foggia piuttosto semplice e presenta una forma molto allungata, tanto che viene anche definita "a barca". È realizzato in due pezzi: il coppo, dotato di lunga punta per proteggere la nuca e la ventaglia, che poteva essere sollevata per essere meno ingombrante, o abbassata, in battaglia lasciando una fessura per la vista.

La celata era un elmo da guerra in uso nel Quattrocento che aveva la funzione di proteggere il capo dei soldati. Questo esemplare, di fabbricazione austriaca o della Germania meridionale, è di foggia piuttosto semplice e presenta una forma molto allungata, tanto che viene anche definita "a barca". È realizzato in due pezzi: il coppo, dotato di lunga punta per proteggere la nuca e la ventaglia, che poteva essere sollevata per essere meno ingombrante, o abbassata, in battaglia lasciando una fessura per la vista.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Celata a ventaglia Ambito Manifattura austriaca Data oggetto: 1490-1500 Materiale: Ferro Tecnica: Forgiatura Dimensioni: altezza 22 cm; larghezza 22 cm
Tipologia: Armi Acquisizione: 1959 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 12054

La celata è composta da un coppo di forma molto allungata, completamente privo di cresta, con bordi inferiori arcuati (dai quali deriva la denominazione "a barca" talvolta usata per indicare questa tipologia) e ventaglia mobile incernierata con rivetto di forma poliloba che blocca la protuberanza di snodo in forma di fiore. Appena sotto la calotta, la celata è percorsa da ribattini (o rivetti) lisci che servivano per fissare l’imbottitura interna (fodera o falsata). Questo elmo conserva all’interno anche la fodera e i legacci che servivano per fissarla (di Carpegna 1969, p. 9, n. 32). La ventaglia è da alcuni stata ritenuta antica, ma non pertinente a questa celata (di Carpegna 1969), da altri invece propria di questo oggetto, spiegando la non perfetta corrispondenza del bordo della ventaglia con quello inferiore del coppo con il fatto che solitamente questi copricapi venivano ricoperti di pelle (come indicano le coppie di fori che percorrono tutti i perimetri, utili per fissare la copertura con dei legacci), poi dipinta per meglio distinguere le truppe in battaglia (Müller 2002; Scalini 2018, p. 275, n. X.2).
La celata è una tipologia di elmo che durante il XV secolo ebbe grande diffusione in tutta Europa, soprattutto in area germanica come testimonia anche la massiccia presenza di armamenti di questo genere nelle incisioni di Albrecht Dürer. Realizzate già dal primo Quattrocento in fogge semplici e funzionali (come quella qui schedata), raggiunsero notevoli vertici estetici nel pieno Cinquecento, quando anche i grandi artisti si occuparono di disegnarle e di realizzarle (Pyhrr 2000). Differentemente da altre tipologie di elmi, più pesanti e ingombranti, la celata non presenta né alta cresta, né cimiero, ma solo una semplice ventaglia che poteva essere agilmente sollevata all’occorrenza, una sorta di evoluzione della tipologia formata da un pezzo unico (inv. 12050; Gelli 1900, pp. 81-91; Oakeshott 2012, pp. 109-116).
Celate di questa tipologia "a barca", attribuite a botteghe di armaioli austriaci oppure operanti nel sud della Germania, sono conservate anche presso la Wallace Collection di Londra (inv. A81; Mann 1962) e al Philadelphia Museum of Art, dove un esemplare pressoché identico a quello qui in oggetto pervenne dalla collezione di Carl Otto von Kienbusch (inv. 1977-167-73). Kienbusch era amico e concorrente negli acquisti del principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), della cui collezione faceva parte questa celata. La raccolta fu acquistata dallo Stato italiano nel 1959 e collocata a Palazzo Venezia nel 1969. Essa non era costituita da un’armeria di famiglia, ma era frutto di mirati acquisti, sul mercato nazionale (Firenze, Roma) e internazionale (Parigi, Londra) a partire dal tardo Ottocento, guidati dal gusto personale di Odescalchi (Barberini 2007).

Giulia Zaccariotto

Buono.

Roma, Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 764);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.

Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.

 

Gelli Jacopo, Guida del raccoglitore e dell’amatore di armi antiche, Milano 1900;
Mann James Gow, Wallace Collection. European arms and armour, London 1962;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 9, n. 32;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Pyhrr Stuart W., S.J. Whawell and the Art Market, in The Eleventh Park Lane Arms Fair, London 1994, pp. 14-23;
Pyhrr Stuart W., European Helmets, 1450-1650. Treasures from the Reserve Collection, New York 2000;
Müller Heinrich, Albrecht Dürer Waffen und Rüstungen, Mainz am Rhein 2002;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Oakeshott Ewart, European Weapons and Armour. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012 (I ed. 1980);
Pyhrr Stuart W., Of Arms and Men. Arms and Armor at the Metropolitan 1912-2012, New York 2012;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 275, n. X.2.

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