Celata a ventaglia

Bottega di Adrian Treytz il Vecchio 1480-1490

In mostra presso Palazzo Venezia

La celata era un elmo da guerra in uso nel Quattrocento che aveva la funzione di proteggere il capo dei soldati. Questo esemplare, di fabbricazione austriaca e caratterizzato da particolari rivetti in forma di stella a sei punte, è di foggia piuttosto semplice e realizzato in due pezzi: il coppo, dotato di lunga punta per proteggere la nuca e la ventaglia, che poteva essere sollevata per essere meno ingombrante, o abbassata, in battaglia lasciando una fessura per la vista.

La celata era un elmo da guerra in uso nel Quattrocento che aveva la funzione di proteggere il capo dei soldati. Questo esemplare, di fabbricazione austriaca e caratterizzato da particolari rivetti in forma di stella a sei punte, è di foggia piuttosto semplice e realizzato in due pezzi: il coppo, dotato di lunga punta per proteggere la nuca e la ventaglia, che poteva essere sollevata per essere meno ingombrante, o abbassata, in battaglia lasciando una fessura per la vista.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Celata a ventaglia Autore: Bottega di Adrian Treytz il Vecchio Data oggetto: 1480-1490 Materiale: Ferro Tecnica: Forgiatura Dimensioni: altezza 23,2 cm; larghezza 21,5 cm
Tipologia: Armi Acquisizione: 1959 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 12048

La celata è composta da un coppo dotato di cresta appena accennata, al quale è incernierata una ventaglia mobile mediante un lembo che termina a forma di fiore fissato alla calotta tramite un rivetto stampigliato a stella (di Carpegna 1969, p. 9, n. 31; di Carpegna 1976, p. 9). Sempre in forma di stella, non concavi, ma convessi, sono anche alcuni dei rivetti (o ribattini) che percorrono la parte inferiore del coppo e che servivano per fissare la falsata (la fodera) interna e che, nei documenti trecenteschi sono sovente definiti "a bozzetta". La ventaglia è un pezzo di integrazione antiquaria, probabilmente ottocentesco, perché una volta abbassata non lascia la fenditura necessaria per la visione (evidente, invece, nella celata affine inv. 12063) e perché il bordo inferiore di chiusura appare aperto e non propriamente concluso (Scalini 2018, p. 229, n. VIII.4).
La celata è una tipologia di elmo da guerra che durante il XV secolo ebbe grande diffusione in tutta Europa, soprattutto in area germanica, come testimonia la massiccia presenza di armamenti di questo genere nelle incisioni di Albrecht Dürer. Realizzate già dal primo Quattrocento in fogge semplici e funzionali (come quella qui schedata), raggiunsero notevoli vertici estetici nel pieno Cinquecento, quando anche i grandi artisti si occuparono di disegnarle e di realizzarle (Pyhrr 2000). Differentemente da altre tipologie di elmi, più pesanti e ingombranti, la celata non presenta né alta cresta, né cimiero, ma solo una semplice ventaglia che poteva essere agilmente sollevata all’occorrenza, una sorta di evoluzione della tipologia formata da un pezzo unico (inv. 12050; Gelli 1900, pp. 81-91; Oakeshott 2012, pp. 109-116).
Simile a molte altre prodotte in ambito austriaco o del sud della Germania, questa celata presenta peculiari rivetti a forma di stella a sei punte che compaiono, identici, in un esemplare molto simile (della tipologia senza ventaglia, a blocco unico) conservato presso il Metropolitan Museum of Art di New York (inv. 04.3.229; La Rocca 2017, p. 54) che, grazie al riconoscimento della marca, è stato attribuito all’armaiolo austriaco Adrian Treytz il Vecchio, attivo a Innsbruck tra 1473 e 1492. In mancanza di un punzone di fabbricazione, questa celata può essere avvicinata alla sua o alle botteghe di Innsbruck in virtù di tali particolari ribattini a stella.
Elementi "a bozzetta" simili compaiono anche su una celata del Philadelphia Museum of Art (Breiding 2020, pp. 60-61, n. 12), già appartenuta a Carl Otto Kretzschmar von Kienbusch. Egli era amico e concorrente negli acquisti del principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), della cui collezione faceva parte questo pezzo. La raccolta fu acquistata dallo Stato italiano nel 1959 e collocata a Palazzo Venezia nel 1969. Essa non era costituita da un’armeria di famiglia, ma era frutto di mirati acquisti sul mercato nazionale (Firenze, Roma) e internazionale (Parigi, Londra) a partire dal tardo Ottocento, guidati dal gusto personale di Odescalchi (Barberini 2007).

Giulia Zaccariotto

 

Discreto.

Roma, Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 758);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.

Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26  luglio-11 novembre 2018.

Gelli Jacopo, Guida del raccoglitore e dell’amatore di armi antiche, Milano 1900;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 9, n. 31;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Pyhrr Stuart W., European Helmets, 1450-1650. Treasures from the Reserve Collection, New York 2000;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Oakeshott Ewart, European Weapons and Armor. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012;
Pyhrr Stuart W., Of Arms and Men. Arms and Armor at the Metropolitan 1912-2012, New York 2012;
La Rocca Donald J., How to Read European Armor, New York 2017;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26  luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 229, n. VIII.4;
Breiding Dirk H., Arm and Armor. Highlights from the Philadelphia Museum of Art, Philadelphia 2020.

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