Celata
Manifattura austriaca 1440-1480
La celata era un elmo da guerra in uso nel Quattrocento che aveva la funzione di proteggere il capo dei soldati. Questo esemplare, di fabbricazione austriaca o tedesca, è di foggia piuttosto semplice e realizzato in un solo pezzo, nel quale è incisa la profonda fenditura all’altezza degli occhi che aveva la funzione di proteggerli a sufficienza, senza impedire completamente la vista.
La celata era un elmo da guerra in uso nel Quattrocento che aveva la funzione di proteggere il capo dei soldati. Questo esemplare, di fabbricazione austriaca o tedesca, è di foggia piuttosto semplice e realizzato in un solo pezzo, nel quale è incisa la profonda fenditura all’altezza degli occhi che aveva la funzione di proteggerli a sufficienza, senza impedire completamente la vista.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Questa celata è forgiata in un solo pezzo e presenta da un lato il sottile intaglio per permettere la vista e, lungo tutto il profilo, una gronda non molto pronunciata. Attorno alla calotta, appena prima dello svaso si notano undici rivetti, o ribattini, che servivano a fissare la falsata (la fodera) dell’elmo, mentre vicino al bordo inferiore, sul fronte, si distinguono chiaramente le marche dell’armaiolo (due, accoppiate appena sotto la fenditura per gli occhi, come d’uso per questo tipo di elm; di Carpegna 1969, p. 9, n. 29; di Carpegna 1976, p. 9). Le condizioni conservative sono buone e si notano solo i segni di qualche colpo sulla calotta.
La celata è una tipologia di elmo da guerra che durante il XV secolo ebbe grande diffusione in tutta Europa. Realizzate già dal primo Quattrocento in fogge semplici e funzionali (come quella qui schedata), raggiunsero notevoli vertici estetici nel pieno Cinquecento, quando anche i grandi artisti si occuparono di disegnarle e di realizzarle (Pyhrr 2000). Differentemente da altre tipologie di elmi, più pesanti e ingombranti, questa celata non presenta né cresta, né cimiero, né parti mobili, ma è formata da un unico pezzo che poteva essere agilmente sollevato all’occorrenza (Gelli 1900, pp. 81-91; Oakeshott 2012, pp. 109-116). Questa praticità ne permise una grande diffusione sia in ambito italiano sia nel contesto austriaco, al quale sembra appartenere questo esemplare.
Sebbene la marca non trovi ancora riscontro nei repertori, è il confronto con altri esemplari musealizzati a confermare l’attribuzione. Una celata pressoché identica, differente solo nella forma dei rivetti, è conservata al Metropolitan Museum di New York (La Rocca 2017, p. 46, fig. 54) e, grazie alla marca, è stato possibile attribuirla alla bottega di Adrian Treytz il Vecchio (Innsbruck, attivo 1473-1492), quindi all'ambito austriaco.
Elmi affini sono poi conservati alla Wallace Collection di Londra (Terjanian 2013, pp. 68, n. 3, per inv. A.79) e al Philadelphia Museum of Art (inv. 1977-167-62), con affiliazioni all’area, non distante, della Germania meridionale (Terjanian 2013; Oakeshott 2012, tav. 7, n. B).
La celata fa parte della collezione del principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), acquistata dallo Stato italiano nel 1959 e collocata a Palazzo Venezia nel 1969. Questa vasta raccolta non era un’armeria di famiglia, ma era frutto di mirati acquisti sul mercato nazionale (Firenze, Roma) e internazionale (Parigi, Londra) a partire dal tardo Ottocento (Barberini 2007), guidati dal gusto personale di Odescalchi.
Giulia Zaccariotto
Stato di conservazione
Buono.
Stemmi emblemi e marchi
Sotto l’intaglio, sulle due falde, sono presenti due marche a forma di scudo con un forcone sormontato da un segno difficilmente identificabile.
Provenienza
Roma, Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 760);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.
Esposizioni
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.
Bibliografia
Gelli Jacopo, Guida del raccoglitore e dell’amatore di armi antiche, Milano 1900;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 9, n. 29;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Pyhrr Stuart W., Eurpean Helmets, 1450-1650. Treasures from the Reserve Collection, New York 2000;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Oakeshott Ewart, European Weapons and Armour. From the Renaissance to the Industrial Revolution, Woodbridge 2012;
Terjanian Pierre, The Helmsmiths of Frankfurt am Main, in London Park Lane Arms Fair, London 2013, pp. 66-74;
La Rocca Donald J., How to Read European Armor, New York 2017;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 75, n. II.4.