Cassone nuziale

Ambito veneto Seconda metà del XV secolo

Il piccolo cassone è decorato con una particolare tecnica a intaglio e disegno pirografato, che permette di contestualizzare la sua produzione nell’area italiana nord orientale sul finire del XV secolo. La destinazione nuziale è chiarita dalla presenza di scene di gusto cortese, che ritraggono coppie di innamorati a colloquio o nell’atto di scambiarsi baci.

Il piccolo cassone è decorato con una particolare tecnica a intaglio e disegno pirografato, che permette di contestualizzare la sua produzione nell’area italiana nord orientale sul finire del XV secolo. La destinazione nuziale è chiarita dalla presenza di scene di gusto cortese, che ritraggono coppie di innamorati a colloquio o nell’atto di scambiarsi baci.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Cassone nuziale Ambito Ambito veneto Data oggetto: Seconda metà del XV secolo Materiale: Legno Tecnica: Intaglio, Pirografia Dimensioni: altezza 43 cm; larghezza 42 cm
Tipologia: Arredi Acquisizione: 1920-1923 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 1846

Il piccolo cassone, assemblato con incastri a coda di rondine, è ricoperto su tre lati da una decorazione d’intaglio a incavo, in parte pirografato e riempito sul fondo ribassato da paste scure o colorate, che consentono alle figure in superficie di stagliarsi con maggior contrasto. Il mobile è attualmente privo di coperchio e nel luogo della serratura originaria, asportata in epoca imprecisata, è stato applicato un inserto ligneo per mascherare la lacuna. Il fronte è caratterizzato da una fascia di contorno a motivi vegetali che divide lo spazio in due rettangoli, separati da uno scudo di tipo “torneario” sormontato da un felino, che doveva contenere lo stemma della famiglia proprietaria, oggi non più leggibile. Ciascun rettangolo presenta scene cortesi, in cui all’ombra di grandi alberi dalle fitte chiome sono visibili coppie di dame e cavalieri a colloquio o nell’atto di scambiarsi baci. I lati corti del mobile sono decorati da una sorta di ghirlanda intrecciata con rami e foglie. È evidente la destinazione nuziale di questo pezzo d’arredo, dichiarata dal carattere amoroso delle raffigurazioni. La particolare tecnica decorativa, affermatasi in origine nel Nord Europa e diffusasi tra le fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento anche in Trentino, Veneto e Friuli, permette di ricondurre il mobile alla produzione dell’area italiana nord orientale sul finire del XV secolo. Proprio a un contesto veronese – per via della presenza dell’animale nel cimiero, letto come un cane – il cassone era stato riferito nelle prime guide del museo (Hermanin 1948, p. 362), dove compariva con un’attribuzione alla "scuola pisanelliana", motivata dalla somiglianza delle vesti dei personaggi rappresentati sul fronte con quelle indossate dai protagonisti di certe opere del Pisanello. In realtà, tali fogge appartengono più generalmente alla moda quattrocentesca di gusto cortese: le donne portano tipiche acconciature che raccolgono i capelli in nastri e lasciano la fronte alta e libera, gli uomini hanno copricapi dalle tese ampie e gonfie. Dai repertori decorativi dei tessuti quattrocenteschi derivano i motivi che riempiono i fondali, costituiti da girali vegetali contenenti fiori e foglie: questi, dipendenti da modelli nordici, potrebbero essere stati veicolati proprio attraverso la circolazione di stoffe e ricami. Vicinissimi al cassone del Museo di Palazzo Venezia sono altri pezzi sul territorio nazionale: uno, di dimensioni maggiori, conservato al Museo delle Arti Decorative del Castello Sforzesco di Milano, in cui il fronte è caratterizzato da simili scene cavalleresche inserite nel medesimo impianto bipartito (Colle 1966, pp. 133-135, cat. 160); un altro con inserti di cera verde, già attribuito ad arte bresciana del XV secolo o degli inizi del successivo, è presso il Castello Cini di Monselice (Pedrini 1948) e condivide il soggetto della decorazione frontale (per altri esemplari analoghi, Schubring 1915, tav. CLVI, fig. 724; Colombo 1975, fig. 3; Alberici 1980, pp. 28-29, figg. 31-34).

Lorenzo Mascheretti

Scheda pubblicata il 27 Marzo 2025

Buono.

Nel 1984 il cassone è stato restaurato a cura del Gabinetto di restauro del Museo di Palazzo Venezia: sono stati rimossi il coperchio, i piedi a zampa di leone, la cornice che ricopriva la base originale, risultati di un’integrazione subita dal pezzo prima dell’acquisto da parte del Museo. Si è proceduto alla pulitura e al consolidamento del legno, dove necessario; sono state consolidate le residue tracce di colore.

Roma, Ditta B. Tartaglia, ante 1920;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, acquisto 1920-1923.

Schubring Paul, Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italienischen Früh-Renaissance Ein Beitrag zur profanmalerei im Quattrocento, Leipzig 1915, tav. CLVI, fig. 724;
Hermanin Federico, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, p. 362;
Pedrini Augusto, Il mobilio, gli ambienti e le decorazioni del Rinascimento in Italia, Firenze 1948, p. 100, fig. 263;
Colombo Silvano, L’arte del mobile in Italia, Milano 1975, fig. 155;
Alberici Clelia, Il mobile veneto, Milano 1980, pp. 28-29, figg. 31-34;
Massafra Maria Grazia, Riguardo ad alcuni cassoni conservati nel Museo di Palazzo Venezia in Roma, in Tampone Gennaro (a cura di), Legno nel restauro e restauro del legno, Atti del congresso nazionale (Firenze, 30 novembre-3 dicembre 1983), Milano 1983, p. 291, fig. 6;
Colle Enrico, Museo d’Arti Applicate. Mobili e intagli lignei, Milano 1996, pp. 133-135, cat. 160.

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