Cassone da mostra

Ambito toscano 1490-1499

In mostra presso Palazzo Venezia

Il cassone, tardo quattrocentesco, appartiene alla tipologia cosiddetta a sarcofago e aveva una funzione “da mostra”: era infatti utilizzato in origine per l’esposizione di oggetti, che venivano collocati sul mobile. Il carattere di rappresentanza è confermato dalla presenza centrale dello stemma della famiglia proprietaria, circondato da putti che giocano, resi per mezzo di intarsi lignei a buio e profilati.

Il cassone, tardo quattrocentesco, appartiene alla tipologia cosiddetta a sarcofago e aveva una funzione “da mostra”: era infatti utilizzato in origine per l’esposizione di oggetti, che venivano collocati sul mobile. Il carattere di rappresentanza è confermato dalla presenza centrale dello stemma della famiglia proprietaria, circondato da putti che giocano, resi per mezzo di intarsi lignei a buio e profilati.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Cassone da mostra Ambito Ambito toscano Data oggetto: 1490-1499 Materiale: Legno intarsiato, Ferro battuto Dimensioni: altezza 102 cm; larghezza 74,5 cm
Tipologia: Arredi Acquisizione: 1921 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 3090

Il cassone presenta una struttura pseudo architettonica, costituita da un piedistallo con base continua, paraste semplificate angolari prive di capitello e una trabeazione completa; il coperchio ribaltabile, con serratura, ha un coronamento sagomato a sguscio, secondo la tipologia cosiddetta “a sarcofago” o “a urna”. Sui lati, nella fascia centrale sono delimitate alcune specchiature: quella maggiore sul fronte è decorata da uno stemma non identificato entro una ghirlanda di fiori e frutti, accompagnato a destra e a sinistra da due gruppi simmetrici di putti alati che giocano attorno a fontane e afferrano un nastro; quelle sui fianchi presentano teste di fauni accigliati. Le citate parti figurative sono rese con tarsia “a buio”, attraverso una tecnica che prevede l’inserimento non di mosaici di legname, ma di ampie tessere lignee corrispondenti alle sagome, incise da una trama di solchi stuccati per mezzo della quale sono rappresentati graficamente i particolari dei soggetti (profilatura). Nelle altre parti del cassone, invece, la decorazione avviene per mezzo dell’intarsio “a toppo”, con l’applicazione di tessere prefabbricate di tema geometrico, ottenute tagliando sezioni di un unico fascio composito di liste diverse. Ne derivano motivi assai variegati, di cui il mobile in esame esibisce un campionario significativo e in linea con la più diffusa tradizione quattrocentesca: piccoli parallelepipedi prospettici nel piedistallo, greche “a elica” o “a zigzag” nelle fasce che incorniciano il pannello frontale, strisce a ottagoni concatenati nel fregio e nel sopralzo del coperchio. In alcuni casi, i frammenti lignei si sono staccati, lasciando vuota l’incassatura predisposta per il loro alloggiamento. Il motivo decorativo presente sul fronte, ravvisabile in altri mobili coevi dipinti e intarsiati, consente di avvicinare il cassone del Museo di Palazzo Venezia ai prodotti della manifattura toscana – e in particolare modo fiorentina – del XV secolo (Hermanin 1948, pp. 53, 364; per un esemplare simile a Palazzo Corsini a Firenze; Pignatti 1961, p. 36, fig. A), piuttosto che del secolo successivo (Calzona 2009, p. 124). Tuttavia, l’ampio uso della citata tecnica dell’intarsio profilato suggerirebbe di avanzare con la cronologia verso l’ultima parte del Quattrocento. Il cassone è attualmente in mostra nel percorso di visita del Museo di Palazzo Venezia ed ebbe un ruolo primario nei progetti espositivi sin dal suo ingresso nel museo, avvenuto nel 1921. Esso infatti compare in alcune fotografie dei primi allestimenti d’ambientazione di Federico Hermanin conservate presso l’archivio storico del Museo di Palazzo Venezia, dove è riconoscibile nella Sala delle fatiche di Ercole dell’Appartamento Barbo, sormontato dal Busto di Paolo II (inv. 4057). Quest’uso del mobile come sostegno di una scultura testimonia un’attenta ricerca filologica in direzione della sua originaria funzione: il cassone infatti nasceva come pezzo da mostra, destinato all’esposizione di oggetti preziosi che solitamente gli erano appoggiati.

Lorenzo Mascheretti

Buono.

Sul fronte al centro, stemma non identificato con tre bisanti e una fascia.

Firenze, E. Testa, ante 1921;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, acquisto 1921.

Hermanin Federico, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, pp. 53, 364;
Pignatti Terisio, Mobili italiani del Rinascimento, Milano 1961, p. 36, fig. A;
Ghelardini Armando, Il mobile italiano dal Medioevo all’Ottocento, Milano 1970, fig. 17;
Colombo Silvano, L’arte del legno e del mobile in Italia, Milano 1975, fig. 178;
Calzona, in Barberini Maria Giulia, Sconci Maria Selene (a cura di), Guida al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Roma 2009, p. 124, cat. 140.

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