Cassone
Italia settentrionale Seconda metà del XV secolo
Il cassone, prodotto in Italia settentrionale nel XV secolo, aveva probabilmente una destinazione nuziale, come farebbe intendere la presenza di due piccoli scudi, oggi abrasi, che dovevano contenere gli stemmi dello sposo e della sposa. Il fronte è decorato con cornici intarsiate “a toppo” e con rosoni intagliati e dorati.
Il cassone, prodotto in Italia settentrionale nel XV secolo, aveva probabilmente una destinazione nuziale, come farebbe intendere la presenza di due piccoli scudi, oggi abrasi, che dovevano contenere gli stemmi dello sposo e della sposa. Il fronte è decorato con cornici intarsiate “a toppo” e con rosoni intagliati e dorati.
Dettagli dell’opera
Scheda di catalogo
Il cassone, dotato di coperchio ribaltabile e di maniglie in ferro battuto sui fianchi per il trasporto, è decorato unicamente sul lato frontale: questo è organizzato in quattro rincassi di forma quadrata circondati da listelli modanati e da fasce concentriche rese tramite tarsia “a toppo”, che prevede l’utilizzo di sezioni di fasci di listelli lignei prefabbricati. Ogni cornice presenta un motivo decorativo diverso: a graticcio prospettico, a spirale, a poligoni concatenati, a intreccio, a fisarmonica, a zig-zag. Il centro di ciascuna specchiatura è invece occupato da un tondo contenente un rosone intagliato e dorato, formato nelle due centrali da un quadrilobo con foglie e nelle due laterali da otto archetti acuti disposti attorno a un cerchio. In questi ultimi casi nei rosoni sono posti due piccoli scudi “a targa”, sui quali in origine stavano probabilmente stemmi familiari, oggi abrasi. La presenza dei due stemmi farebbe ipotizzare una funzione nuziale per il mobile, destinato tradizionalmente a contenere i beni della sposa, la quale li trasferiva nella nuova residenza del marito. Il mobile, descritto da Federico Hermanin (Hermanin 1948) come "cassone gotico del Quattrocento, decorato sul davanti con intarsi e quattro formelle quadrate con rosoni gotici", deve essere ricondotto a una produzione quattrocentesca nord italiana. L’opera fu acquistata dallo Stato italiano, che nel 1934 rilevò la collezione dell’antiquario Alfredo Barsanti, nota soprattutto per i bronzi rinascimentali (Cannata 2011), e fu destinata al Museo di Palazzo Venezia.
Lorenzo Mascheretti
Stato di conservazione
Buono.
Restauri e analisi
Nel maggio 2005 è stata eseguita disinfestazione a gas presso il Museo Nazionale degli strumenti musicali di Roma.
Provenienza
Roma, Collezione Alfredo Barsanti, ante 1934;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, acquisto 1934.
Bibliografia
Hermanin Federico, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, pp. 364, 367;
Cannata Pietro, Sculture in bronzo. Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Roma 2011, pp. 20-25.