Caccia di Meleagro

Da Guglielmo Della Porta 1560-1609

In mostra presso Palazzo Venezia

La placchetta riproduce uno dei sedici rilievi mitologici creati da Guglielmo Della Porta nel terzo quarto del Cinquecento per ornare un mobile d’arredo, come uno stipo o un tavolo intarsiato. L’episodio della caccia del cinghiale di Calidone permette all’artista di dispiegare animali, cavalieri e soldati in un grande corteo attorno ad Atalanta che ferisce l’animale con una freccia e Meleagro sul punto di ucciderlo con un giavellotto.

La placchetta riproduce uno dei sedici rilievi mitologici creati da Guglielmo Della Porta nel terzo quarto del Cinquecento per ornare un mobile d’arredo, come uno stipo o un tavolo intarsiato. L’episodio della caccia del cinghiale di Calidone permette all’artista di dispiegare animali, cavalieri e soldati in un grande corteo attorno ad Atalanta che ferisce l’animale con una freccia e Meleagro sul punto di ucciderlo con un giavellotto.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Caccia di Meleagro Autore: Da Guglielmo Della Porta Data oggetto: 1560-1609 Materiale: Terracotta Dimensioni: altezza 12,6 cm; larghezza 22 cm
Tipologia: Sculture Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 10154

Per l’identificazione del ciclo mitologico composto da sedici rilievi al quale appartiene la placchetta, si rimanda alla scheda della Danza di ninfe (inv. 10836). Per il soggetto, si veda la scheda del rilievo in bronzo raffigurante la medesima scena e proveniente dalla collezione di Giacinto Aurito (inv. 10837). L’usura della terracotta, ancora più marcata che nei due altri rilievi pervenuti dal lascito di Alessandro Tomassi (la Strage dei niobidi, inv. 10153; e il Baccanale, inv. 10152), toglie alcuni elementi indispensabili alla comprensione del rilievo. È forse per questo motivo che Federico Hermanin (1948) non citava né questo rilievo, né quello con Priapo e Lotide (inv. 10155), amputato di un terzo della superficie. Il logorio della superficie non compromette però la forza compositiva della scena, con la collocazione preminente degli eroi, Atalanta e Meleagro, in mezzo a una corrente ellittica formata dai cavalli impennati, dai cacciatori e dal branco di cani. Un altro esemplare in terracotta di questa scena conservato al Victoria & Albert Museum (inv. A27-1928) presenta una leggibilità eccellente e una precisione di dettaglio persino superiore al rilievo in bronzo della serie completa di Vienna (Kunsthistorisches Museum, inv. KK. 7758). L’attribuzione della terracotta londinese a Jacob Cobaert (1530 circa-1615), collaboratore fiammingo di Della Porta, avanzata da Werner Gramberg (1960, pp. 42-43) è stata accolta dalla critica, ma non è suffragata da nessuna prova. È più convincente, in virtù della fedeltà al prototipo, considerarla un’opera di Della Porta, mentre la placchetta del Museo di Palazzo Venezia può essere ritenuta un calco eseguito prima o dopo la morte dell’artista (Malgouyres 2010). Se non è stato eseguito a ridosso della creazione del ciclo (1555-1560), il rilievo è  posteriore al furto avvenuto nell’atelier nel 1589 e anteriore all’indagine giudiziaria promossa nel 1609 da Teodoro Della Porta per fermare la moltiplicazione illegale dei modelli del padre sul mercato romano (Bertolotti 1881, II, pp. 119-161).

Grégoire Extermann

Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025

Discreto.

Una vernice nera applicata per tingere il rilievo in falso bronzo è stata rimossa tra l’entrata nelle collezioni del Museo di Palazzo Venezia del rilievo nel 1939 e la presentazione dell'opera in una mostra nel 1982 (Cannata 1982, p. 76).

Retro della placchetta, dipinto in rosso in alto sull’asse centrale: «10154».

Roma, Collezione Alessandro Tommassi (1886-1952);
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1939.

Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Rilievi e placchette dal XVI al XVIII secolo, 1 febbraio-30 aprile 1982.

Bertolotti Antonino, Artisti Lombardi a Roma nei secoli XV, XVI, XVII, 2 voll., Milano 1881;
Hermanin Federico, Il palazzo di Venezia, Roma 1948;
Gramberg, Werner, Guglielmo della Porta, Coppé Fiammingo und Antonio Gentile da Faenza, Jahrbuch der Hamburger Kunstsammlungen, 5, 1960, pp. 31-52;
Cannata, in Casanova Maria Letizia, Cannata Pietro (a cura di),  Rilievi e placchette dal XVI al XVIII secolo, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1 febbraio-30 aprile 1982), Roma 1982, pp. 72-76, n. 70;
Zanuso, in Di Lorenzo Andrea, Frangi Francesco (a cura di), Raccolta Mario Scaglia, Dipinti e sculture, medaglie e placchette da Pisanello a Ceruti, catalogo della mostra (Milano, Museo Poldi Pezzoli, 30 ottobre 2007-30 marzo 2008), Cinisello Balsamo 2007, p. 228;
Malgouyres, in Malgouyres Philippe, Ivoires de la Renaissance et des Temps modernes; la collection du Musée du Louvre, Paris 2010, p. 120, nota 4;
Rossi Francesco, La collezione Mario Scaglia, Bergamo 2011, p. 354.

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