Brocca con decorazione a foglie d'acanto

Ambito viterbese Basso Medioevo

Brocca con orlo tondo e lievemente estroflesso, beccuccio a pellicano applicato, ansa a fascia ricostruita, corpo ovoidale e fondo piano indistinto. La brocca risulta rivestita da un sottile strato di smalto all’esterno a eccezione del fondo che risulta invece risparmiato con sporadiche tracce di vetrina verdastra, la stessa che riveste interamente la porzione interna. Sullo smalto sono tracciate le decorazioni profilate in verde e campite in bruno che corrispondono a due tralci d’acanto sulle porzioni laterali del corpo inseriti tra bande circolari e bande orizzontali sul beccuccio.  

Brocca con orlo tondo e lievemente estroflesso, beccuccio a pellicano applicato, ansa a fascia ricostruita, corpo ovoidale e fondo piano indistinto. La brocca risulta rivestita da un sottile strato di smalto all’esterno a eccezione del fondo che risulta invece risparmiato con sporadiche tracce di vetrina verdastra, la stessa che riveste interamente la porzione interna. Sullo smalto sono tracciate le decorazioni profilate in verde e campite in bruno che corrispondono a due tralci d’acanto sulle porzioni laterali del corpo inseriti tra bande circolari e bande orizzontali sul beccuccio.  

Dettagli dell’opera

Denominazione: Brocca con decorazione a foglie d'acanto Ambito Ambito viterbese Data oggetto: Basso Medioevo Materiale: Ceramica, Ceramica invetriata Tecnica: Invetriatura stannifera Dimensioni: altezza 13,7 cm; larghezza 10,8 cm; diametro 7,6 cm
Tipologia: Ceramiche Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 1262

Brocca con orlo tondo e lievemente estroflesso, beccuccio a pellicano applicato, ansa a fascia ricostruita, corpo ovoidale e fondo piano indistinto. La brocca risulta rivestita da un sottile strato di smalto all’esterno a eccezione del fondo che risulta invece risparmiato con sporadiche tracce di vetrina verdastra, la stessa utilizzata per il rivestimento della superficie interna del contenitore. Sullo smalto sono tracciate le decorazioni profilate in verde e campite in bruno che corrispondono a due tralci d’acanto sulle porzioni laterali del corpo inseriti tra bande circolari e bande orizzontali sul beccuccio.  
Il reperto fa riferimento alla classe della cosiddetta Ceramica Laziale (la classe è spesso indicata anche con il termine "maiolica laziale")  con la quale si indica un gruppo di ceramiche rivestite di produzione romana e laziale che precedette la Maiolica Arcaica. Tra il tardo XII secolo e il successivo si assiste infatti all’avviarsi di una serie di produzioni da mensa che velocemente sostituiscono le classi precedenti. A Roma queste classi hanno caratteristiche ben definite quali un rivestimento vetroso a base stannifera, la prevalenza delle forme chiuse su quelle aperte, l’assenza di una fase iniziale di avvio della produzione che si configura infatti da subito come ben definita da un punto di vista morfologico e stilistico. In una prima fase, collocabile nella prima metà del XIII secolo, le decorazioni vengono tracciate in tricromia (verde ramina, bruno manganese e giallo ferraccia) e le forme maggiormente frequenti sono le brocche globulari con beccuccio applicato. In questa prima fase sembrerebbe ipotizzabile una produzione all’interno delle botteghe precedentemente preposte alla creazione di ceramica dipinta in rosso, con la quale, in effetti, i reperti di Ceramica Laziale hanno molto in comune. In una seconda fase il giallo ferraccia delle decorazioni tende a scomparire e i profili delle brocche si allungano e restringono. Unitamente a ciò le decorazioni si fanno più sintetiche e lineari in associazione a un maggior numero di rinvenimenti. Sembra pertanto probabile che all’aumentare della domanda la produzione fosse obbligata a velocizzarsi provocando la semplificazione delle decorazioni. Nella prima metà del XIV secolo la classe scompare probabilmente in concomitanza all’avviarsi della produzione di Maiolica Arcaica a opera di maestranze umbro-laziali. 

Beatrice Brancazi

 

Discreto. 

Mazza Guido, La ceramica medioevale di Viterbo e dell’Alto Lazio, Viterbo 1983;
Ricci Marco, Vendittelli Laura, Museo Nazionale Romano - Crypta Balbi, ceramiche medievali e moderne. I, Ceramiche medievali e del primo rinascimento (1000-1530), Roma 2010, pp. 47-75. 

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