Balestra

Manifattura austriaca 1425-1475

In mostra presso Palazzo Venezia

La balestra era un’arma adoperata sia per la caccia sia per scopi bellici, già in uso al tempo degli egizi, ma ebbe la sua massima fortuna tra Medioevo e Rinascimento. Questo esemplare, interamente intarsiato in osso e legno scuro, fu fabbricato in Austria attorno alla metà del Quattrocento e presenta ancora, intatto, sia l’arco ricoperto di carta sia la corda che serviva per tenderlo e lanciare la freccia.

La balestra era un’arma adoperata sia per la caccia sia per scopi bellici, già in uso al tempo degli egizi, ma ebbe la sua massima fortuna tra Medioevo e Rinascimento. Questo esemplare, interamente intarsiato in osso e legno scuro, fu fabbricato in Austria attorno alla metà del Quattrocento e presenta ancora, intatto, sia l’arco ricoperto di carta sia la corda che serviva per tenderlo e lanciare la freccia.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Balestra Ambito Manifattura austriaca Data oggetto: 1425-1475 Materiale: Corno, Carta, Corda, Cuoio, Legno, Ferro Dimensioni: altezza 78 cm; larghezza 72 cm; spessore 8,7 cm
Tipologia: Armi Acquisizione: 1959 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 12664

Diffusissime fin dal Medioevo le balestre furono fabbricate in tutta Europa. Questa balestra è composta da un arco in corno ricoperto di carta e fissato alla sella del fusto, mediante uno spesso legaccio di corda. Il fusto verticale, detto anche teniere, è prevalentemente impiallacciato in corno, con solo la parte terminale in legno scuro, e anche i perni (o arresti) e la manetta (o chiave) che sono situati sulla noce, la parte centrale e più larga della balestra, sono intagliati in corno. All’arco è fissato con liste di cuoio chiaro anche un anello in ferro (di Carpegna 1969, p. 71, n. 428; di Carpegna 1976, p. 71). Gode di buone condizioni conservative e presenta limitate lacerazioni solo sulla parte dell’arco ricoperta di carta.
La balestra è un’arma di origini molto antiche ed era già in uso da parte degli egizi e dei greci, ma raggiunse la più ampia diffusione durante le crociate nel Medioevo e nel contesto italiano è documentata almeno dal XII secolo. Era uno strumento usato dalla fanteria, che la adoperava per lanci di frecce lunghi e precisi, che fiaccavano i nemici da grandi distanze, evitando così il confronto diretto corpo a corpo. L’uso di questo strumento si ridusse progressivamente solo con la diffusione delle armi da fuoco, ma la balestra continuò a essere adoperata per scopi venatori (Gelli 1900, pp. 107-118; Borgatti 1930). Non è noto, ad esempio, se questo esemplare di balestra fosse utilizzato per la caccia oppure durante gli scontri bellici (Scalini 2018, p. 276, n. X.3).
Questa balestra può essere confrontata con esemplari estremamente simili, tutti caratterizzati da tenieri intarsiati in osso alternato con legni scuri e con gli innesti dei due materiali realizzati in forme puntute. Una balestra conservata al Metropolitan Museum di New York (Breiding 2013, pp. 21-22, n. 2) ha non solo il teniere, ma anche simile arco in corno ricoperto di carta e anello in metallo fissato dai legacci in cuoio; così come un esemplare della collezione di Carl Otto Kretschmar von Kienbusch, ora al Philadelphia Museum of Art (inv. 1977-167-1001).
Il volatile inciso nel punto in cui il fusto si innesta nell’arco potrebbe essere una sorta di marca della manifattura, ma mancano a oggi riscontri che possano permettere di avanzare ipotesi più precise.
Questa balestra fa parte della collezione del principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), che fu acquistata dallo Stato italiano nel 1959 e collocata a Palazzo Venezia nel 1969. Essa non era costituita da un’armeria di famiglia, ma era frutto di mirati acquisti sul mercato nazionale (Firenze, Roma) e internazionale (Parigi, Londra) a partire dal tardo Ottocento (Barberini 2007), guidati dal gusto personale di Odescalchi.

Giulia Zaccariotto

 

Buono.

All’incrocio tra i due bracci, sul corno, è incisa la figura di un uccello ad ali spiegate.

Roma, Collezione Ladislao Odescalchi (Odescalchi, n. 1374);
acquisita dallo Stato italiano, 1959;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1969.

Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, maggio-luglio 1969;
Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, 26 luglio-11 novembre 2018.

Gelli Jacopo, Guida del raccoglitore e dell’amatore di armi antiche, Milano 1900;
Borgatti Mariano, Balestra, ad vocem, in Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 1930;
di Carpegna Nolfo (a cura di), Antiche armi dal sec. IX al XVIII. Già Collezione Odescalchi, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, maggio-luglio 1969), con schede a firma del curatore, Roma 1969, p. 71, n. 428;
di Carpegna Nolfo, Le armi Odescalchi, Roma 1976;
Barberini Maria Giulia, La collezione Odescalchi di armi antiche: storia della raccolta del principe Ladislao, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 101-114;
Fossà Bianca, Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi. Nuove metodologie per la schedatura di una collezione, in «Bollettino d’arte», s. VI, XCI, 2006 (2007), 137/138, pp. 115-142;
Breiding Dirk H., A Deadly Art: European Crossbows, 1250-1850, New York 2013;
Scalini Mario (a cura di), Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo; Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 26 luglio-11 novembre 2018), con schede a firma del curatore, Cinisello Balsamo 2018, p. 276, n. X.3.

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