Angelo con il titolo della Croce

Gian Lorenzo Bernini 1667-1668

In mostra presso Palazzo Venezia

Il bozzetto di terracotta è uno dei sei esemplari preparatori per l'Angelo con il titolo della Croce che Gian Lorenzo Bernini aveva concepito tra la fine del 1667 e il 1668 per essere collocato assieme agli Angeli con i Simboli della Passione su ponte Sant'Angelo, su commissione del neoeletto pontefice Clemente IX. Questa prima versione, integralmente autografa, fu lasciata dagli eredi dello scultore alla chiesa di Sant'Andrea delle Fratte, mentre una seconda, eseguita in collaborazione con Giulio Cartari, era stata fin dall'origine destinata a essere posizionata sul ponte.

 

Il bozzetto di terracotta è uno dei sei esemplari preparatori per l'Angelo con il titolo della Croce che Gian Lorenzo Bernini aveva concepito tra la fine del 1667 e il 1668 per essere collocato assieme agli Angeli con i Simboli della Passione su ponte Sant'Angelo, su commissione del neoeletto pontefice Clemente IX. Questa prima versione, integralmente autografa, fu lasciata dagli eredi dello scultore alla chiesa di Sant'Andrea delle Fratte, mentre una seconda, eseguita in collaborazione con Giulio Cartari, era stata fin dall'origine destinata a essere posizionata sul ponte.

 

Dettagli dell’opera

Denominazione: Angelo con il titolo della Croce Autore: Gian Lorenzo Bernini Data oggetto: 1667-1668 Materiale: Terracotta Tecnica: Scultura Dimensioni: altezza 30 cm; larghezza 19,5 cm
Tipologia: Sculture Acquisizione: 1948 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 1195

L'esemplare di Palazzo Venezia è stato collegato alla commissione per la decorazione di ponte Sant'Angelo a partire dalla Mostra di Roma secentesca (1930, p. 89) e da subito accolto dalla critica successiva (Mariani 1930, pp. 60-65; Hermanin 1948, p. 278; Santangelo 1954, pp. 78-79; Martinelli 1956, pp. 256-257). 
Questo di Palazzo Venezia è uno dei sei bozzetti individuati per l'Angelo con il titolo della Croce eseguito da Gian Lorenzo Bernini; gli altri cinque esemplari a oggi noti si conservano rispettivamente a Forth Worth, Kimbell Art Museum (inv. 1987.02.A), due a Cambridge (Ma), Fogg Art Museum (invv. 1937.67, 1937.69), due a San Pietroburgo, Hermitage (invv. 629, 630). In merito alla loro successione cronologica la critica ha avanzato diverse proposte di ordinamento: secondo Mark Weil (1974, p. 48; Weil 1999, p. 148), Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) avrebbe impostato il primo pensiero proprio a partire dalla terracotta del Museo di Palazzo Venezia, proseguendo nelle versioni del Kimbell Art Museum e in quella frammentaria del Fogg Art Museum, e giungendo alla soluzione definitiva nel secondo esemplare di quest'ultimo museo. 
Diversa è invece la sequenza proposta da Charles Avery (1977, p. 168), secondo il quale l'esemplare oggi a Forth Worth sarebbe il punto di partenza, al quale seguono il bozzetto frammentario di Cambridge, il nostro esemplare e infine il secondo angelo Fogg. Ribadendo la priorità del bozzetto del Museo di Palazzo Venezia, Maria Giulia Barberini (2017, p. 299) lo legge in relazione alla prima idea fissata nel disegno dell'Istituto Centrale per la Grafica di Roma (inv. FC 127500), mentre la terracotta di Forth Worth rifletterebbe un ulteriore stadio, in cui la posa delle gambe anticipa quella adottata nel marmo. Per Maria Grazia Bernardini (2020, p. 450) il bozzetto in esame "rappresenta un passaggio verso composizioni più ricche plasticamente", con il panneggio che si addensa sulla vita, la gamba destra spinta in avanti e la figura caratterizzata da un maggiore dinamismo, e si colloca pertanto dopo un bozzetto Fogg. Appare comunque pacifico collocare l'esecuzione del bozzetto del Museo di Palazzo Venezia in un arco temporale compreso tra il settembre 1667 e la primavera del 1668. In questo periodo Gian Lorenzo Bernini cominciò a scolpire per volere di Clemente IX Rospigliosi due angeli con il Titolo della Croce e la Corona di spine, destinati a essere collocati sui piloni di ponte Sant'Angelo. Quando nel 1669 il pontefice li vide nello studio dell'artista, li considerò troppo belli per essere destinati a una simile collocazione, ragione per la quale meditò di trasferirli a Pistoia. I marmi rimasero tuttavia nell'atelier di Bernini alla sua morte (1680) quando suo nipote, Prospero Bernini, nel 1729 decise di lasciarli in eredità alla parrocchia di Sant'Andrea delle Fratte. 
Rispetto alla redazione in marmo, la terracotta del Museo di Palazzo Venezia mostra significative differenze. La testa risulta eccessivamente ruotata rispetto alla redazione marmorea, più nettamente frontale ed è incorniciata da un insolito parruccone. Questo dettaglio, che conferisce un'aria aristocratica all'Angelo, è stato letto da Dickerson (2012, p. 302) come una riflessione sul recente busto di Luigi XIV, soggetto sul quale lo scultore era successivamente tornato realizzando il monumento equestre per il sovrano francese a partire dal modello in terracotta oggi a Roma, Galleria Borghese, realizzato nel 1669-1670. Al contrario le gambe sospese sopra le nuvole, quella a sinistra che regge il peso della figura e la destra nuda lasciata libera, già in questa fase appaiono impostate secondo la redazione definitiva, che prevedeva una visione dal basso «immaginando l'angelo già sulla balaustra del ponte» (Barberini 1991, p. 48). Il trattamento complessivo della figura non indugia in dettagli, specie nel volto appena abbozzato, e il pezzo si qualifica pertanto come uno studio di panneggio, in cui le "pieghe, strette e parallele, sono ottenute velocemente con la stecca dentata" (Barberini 2017, p. 299) che viene adoperata inoltre dallo scultore per definire le nuvole sulle quali poggia la figura angelica. È stato proposto di riconoscere l'esemplare in esame in uno dei "Trè Angioli del Bernini" menzionati nell'inventario di Bartolomeo Cavaceppi del 1799 (Barberini 1994, p. 119; Gasparri, Ghiandoni 1994, p. 223, doc. 2), mentre appare meno certa l'identificazione con uno dei "Trè bozzetti del Bernino" indicati al numero 86 dell'inventario dei beni redatto da Pacetti nel 1802 (Barberini 1994, p. 119; Ghiandoni, Ghiandoni 1994, p. 281, doc. 4). Dopo la vendita della collezione dello scultore e restauratore romano Cavaceppi, il pezzo sarebbe dunque passato nella raccolta Torlonia (1810). 
È certo invece che fino al 1909 l'Angelo con il titolo della Croce si trovava nella collezione del tenore Evan Gorga, dove fu acquistato dallo Stato italiano nel 1948.

Nicola Ciarlo

Scheda pubblicata il 16 Ottobre 2025

Buono.

2011: restauro eseguito da Claudio Falcucci. La documentazione macro fotografica in luce diffusa e radente lascia supporre che le tracce di impronte digitali sulla terracotta, già rilevate da Barberini (1991, p. 48) e intese come un indizio della modellazione stessa della figura, siano riconducibili piuttosto a un contatto avvenuto in una fase antecedente alla cottura.

 

Roma, studio di Bartolomeo Cavaceppi, 1760-1770 circa; 
Roma, vendita Collezione Cavaceppi, 1802;
Roma, Collezione Giovanni e Alessandro Torlonia, 1810 circa;
Roma, Collezione Evangelista (Evan) Gorga, post 1909;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1948.

Roma, Convento di Santa Maria sopra Minerva - Biblioteca Casanatense, Mostra di Roma secentesca, aprile-maggio 1930;
Roma, Palazzo delle Esposizioni, Il Seicento europeo: realismo, classicismo, barocco, dicembre 1956-gennaio 1957;
Roma, Museo del Palazzo di Venezia, Sculture in terracotta del Barocco romano. Bozzetti e modelli del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, 9 dicembre 1991-31 gennaio 1992;
Roma, Museo di Palazzo Venezia, Bartolomeo Cavaceppi: scultore romano (1717-1799), 25 febbraio-15 marzo 1994;
Athens, Georgia Museum of Art, Masterpieces of Renaissance and Baroque Sculpture from the Palazzo Venezia, Rome, 5 ottobre-24 novembre 1996;
Roma, Museo di Palazzo Venezia, Gian Lorenzo Bernini regista del Barocco, 21 maggio-16 settembre 1999;
Houston, Museum of Fine Arts, Earth and Fire: Italian Terracotta Sculpture from Donatello to Canova, 14 marzo-7 luglio 2002;
Londra, Victoria & Albert Museum, Earth and Fire: Italian Terracotta Sculpture from Donatello to Canova, 14 marzo-7 luglio 2002;
Madrid, Palacio Real, Aranjuez, Palacio Real, Cortes del barroco. De Bernini y Velázquez a Luca Giordano, 15 ottobre 2003-11 gennaio 2004;
Firenze, Galleria Palatina, Restituzioni 2011. Tesori d'arte restaurati, 22 marzo-5 giugno 2011;
Vicenza, Gallerie d'Italia, Palazzo Leoni Montanari, Restituzioni 2011. Tesori d'arte restaurati, 17 giugno – 11 settembre 2011;
New York, Metropolitan Museum of Art, Bernini: Sculpting in Clay, 3 ottobre 2012-6 gennaio 2013;
Fort Worth, Kimbell Art Museum, Bernini: Sculpting in Clay, 3 febbraio-14 aprile 2013;
Roma, Galleria Borghese, Bernini, 1 novembre 2017-4 febbraio 2018.

B.A.V., Ms. Ferraioli 969, 321-325: «14 - Trè Angioli del Bernini».

Incisa della Rocchetta Giovanni (a cura di), Mostra di Roma secentesca, catalogo della mostra (Roma, Convento di Santa Maria sopra Minerva - Biblioteca Casanatense, aprile-maggio 1930), Roma 1930, p. 89, n. 795;
Mariani Valerio, Bozzetti Berniniani, in «Bollettino d'Arte del Ministero della Educazione Nazionale», fasc. II, agosto 1930, pp. 60-65;
Hermanin Federico, Il Palazzo di Venezia, Roma 1948, p. 278;
Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo delle sculture, Roma 1954, pp. 78-79;
Martinelli, in Salerno Luigi, Marabottini Alessandro (a cura di), Il Seicento europeo. Realismo, classicismo, barocco, catalogo della mostra (Roma, Palazzo delle Esposizioni, dicembre 1956- gennaio 1957), Roma 1956, pp. 256-257, n. 337;
Weil Mark S., The History and Decoration of the Ponte S. Angelo, University Park 1974, p. 47;
Avery Charles, Bernini. Genius of the Baroque, London 1977, p. 168;
Barberini Maria Giulia (a cura di), Sculture in terracotta del Barocco romano. Bozzetti e modelli del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, catalogo della mostra (Roma, Museo del Palazzo di Venezia, 9 dicembre 1991-31 gennaio 1992), Roma 1991, pp. 47-48;
Barberini Maria Giulia, Gasparri Carlo (a cura di), Bartolomeo Cavaceppi: scultore romano (1717-1799), catalogo della mostra (Roma, Museo di Palazzo Venezia, 25 febbraio-15 marzo 1994), Roma 1994, p. 119;
Gasparri Carlo, Ghiandoni Olivia, Documenti, in Gasparri Carlo, Olivia Ghiandoni, Lo studio Cavaceppi e le collezioni Torlonia, in «Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte», numero speciale, III serie – Anno XVI, Roma 1994, pp. 223, 281;
Barberini, in Zuraw Shelley E., Barberini Maria Giulia, Cannata Pietro, Casanova Maria Letizia (a cura di), Masterpieces of Renaissance and Baroque Sculpture from the Palazzo Venezia, Rome, catalogo della mostra (Georgia, Museum of Art, 5 ottobre-24 novembre 1996), Athens 1996, pp. 68-69, n. 15;
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Giometti Cristiano (a cura di), Museo Nazionale del Palazzo di Venezia. Sculture in terracotta, Roma 2011, pp. 53-54, n. 32;
Dickerson, Sigel, in Dickerson III C.D., Sigel Anthony, Wardropper Ian (a cura di), Bernini. Sculpting in Clay, catalogo della mostra (New York, The Metropolitan Museum of Art, 3 ottobre 2012-6 gennaio 2013), New York 2012, pp. 301-304, n. 38;
Barberini, in Bacchi Andrea, Coliva Anna (a cura di), Bernini, catalogo della mostra (Roma, Galleria Borghese, 1 novembre 2017-4 febbraio 2018), Milano 2017, pp. 298-299, n. VIII.14-17;
Bernardini Maria Grazia, Bernini. Catalogo delle sculture, vol. II, Torino 2020, p. 450.

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