Adorazione del Bambino con san Giovannino e angeli cantori

Benedetto Buglioni Ultimo ventennio del XV secolo

Tondo in terracotta invetriata policroma, rappresentante la Vergine in adorazione del Bambino, accompagnata da san Giovannino e tre angeli cantori. È una delle varianti di un fortunato tipo, destinato alla devozione privata, realizzato dalla bottega di Benedetto Buglioni nell’ultimo ventennio del XV secolo e ispirato a sua volta a un’opera marmorea di Antonio Rossellino, conservata al Museo Nazionale del Bargello a Firenze.

 

Tondo in terracotta invetriata policroma, rappresentante la Vergine in adorazione del Bambino, accompagnata da san Giovannino e tre angeli cantori. È una delle varianti di un fortunato tipo, destinato alla devozione privata, realizzato dalla bottega di Benedetto Buglioni nell’ultimo ventennio del XV secolo e ispirato a sua volta a un’opera marmorea di Antonio Rossellino, conservata al Museo Nazionale del Bargello a Firenze.

 

Dettagli dell’opera

Denominazione: Adorazione del Bambino con san Giovannino e angeli cantori Autore: Benedetto Buglioni Data oggetto: Ultimo ventennio del XV secolo Materiale: Terracotta invetriata Dimensioni: spessore 3 cm; diametro 63,5 cm
Tipologia: Sculture Acquisizione: 1933 Luogo: Palazzo Venezia Numero inventario principale: 7363

Il tondo in terracotta invetriata raffigura la Vergine a mezza figura, in atto di adorare il Bambino disteso davanti a lei. Dietro Maria, sopraggiunge san Giovannino, in dimensioni minori, a significare una collocazione prospetticamente arretrata, mentre di fronte a lei tre angeli sono intenti a cantare seguendo il contenuto di un cartiglio – che in altre versioni del manufatto reca la rappresentazione di un vero e proprio spartito musicale. Alle spalle della Vergine e degli angeli spuntano un mazzo di gigli e due piccole palme, forse allusive all’episodio del ristoro durante la fuga in Egitto.
L’invetriatura risulta policroma, come spesso accade negli affabili rilievi devozionali di Benedetto Buglioni (1459/1461-1521). Bianche sono le figure e tradizionalmente azzurro il fondale, sono verdi invece gli steli dei gigli e delle altre piante, ocra il terreno roccioso alla base della scena; sono dipinti infine, a finitura della policromia, in giallo i pistilli dei gigli e in nero gli occhi delle figure. Il tondo rappresenta un tipo di immagine mariana, destinata al culto domestico, divulgato dalla bottega di Benedetto Buglioni in diversi formati, differenti per alcuni elementi come il tipo di cornice, il numero di gigli, la presenza o meno di san Giovannino e degli angeli cantori.
Nel 1912 Allan Marquand attribuì questo gruppo di rilievi devozionali, alcuni rettangolari (già Los Angeles, County Museum), alcuni centinati con il solo san Giovannino (Londra, Victoria & Albert Museum; Gallarate, Collezione Orsini, e altri), alcuni, come questo, di formato circolare (Firenze, Museo Nazionale del Bargello; Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria; Rocca San Casciano, Santa Maria delle lacrime, e altri) a un cosiddetto Maestro della Madonna dei gigli, ritenuto un “seguace di Antonio Rossellino” (Marquand 1912, ed. 1974, pp. 154-159). Il modello originario per la raffigurazione è infatti da individuare in un tondo marmoreo di Antonio Rossellino conservato al Museo Nazionale del Bargello di Firenze (inv. sculture n. 109), reinterpretato tuttavia con autonomia dal plasticatore. L’attribuzione di questa tipologia a Benedetto Buglioni è stata avanzata da Gentilini e accettata dagli studi successivi (Gentilini 1992, p. 404 e 434; Domestici 1998, p. 541).
L’opera proviene dalla collezione romana dei coniugi statunitensi George Wurts ed Henrietta Tower, è stata donata da quest’ultima allo Stato italiano ed è confluita nelle raccolte di Palazzo Venezia negli anni trenta del secolo scorso.
Si ringrazia per il parere Giancarlo Gentilini.

Virna Ravaglia

Buono, anche se all’altezza del capo della Vergine si trova una crepa, probabilmente dovuta a un difetto di cottura; sono presenti inoltre altre sbeccature.

Roma, Collezione Tower Wurts, 1933;
Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 1933.

Marquand Allan, Della Robbias in America, New York 1912 (ed. 1974), pp. 154, nn. 63-66;
Gentilini Giancarlo, Museo Nazionale del Bargello. Andrea e Giovanni della Robbia: nuove sale, Firenze 1984, p. 17;
Krahn Volker, Heynen Julian, Italianischen Renaissancekunst im Kaiser Wilhelm Museum Krefeld, Krefeld 1987, pp. 52-54, n. 12;
Gentilini, in Mannini Maria Pia, Il Museo Civico di Prato. Le collezioni d'arte, Firenze 1990, pp. 100-101;
Gentilini Giancarlo, I della Robbia. La scultura invetriata del Rinascimento, Firenze 1992, pp. 404-434, 448, nota 42;
Gentilini Giancarlo (a cura di), I della Robbia e l’"arte nuova" della scultura invetriata, catalogo della mostra (Fiesole, basilica di Sant'Alessandro, 29 maggio-1 novembre 1998), Firenze 1998, pp. 332-336, 341.

Oggetti correlati

Correlati
Sculture
1400 d.C. - 1600 d.C.