Adorazione dei Magi

Bottega di Lorenzo Sabatini Terzo quarto del XVI secolo

Questo dipinto su tavola raffigurante l'Adorazione dei Magi è databile al terzo quarto del Cinquecento ed è riferibile all'ambito emiliano. Benché sia stato attribuito a Lorenzo Sabatini, non si possono istituire confronti puntuali con l'opera del pittore bolognese ed è più prudente ritenerlo eseguito da un collaboratore della sua nutrita bottega.

Questo dipinto su tavola raffigurante l'Adorazione dei Magi è databile al terzo quarto del Cinquecento ed è riferibile all'ambito emiliano. Benché sia stato attribuito a Lorenzo Sabatini, non si possono istituire confronti puntuali con l'opera del pittore bolognese ed è più prudente ritenerlo eseguito da un collaboratore della sua nutrita bottega.

Dettagli dell’opera

Denominazione: Adorazione dei Magi Autore: Bottega di Lorenzo Sabatini Data oggetto: Terzo quarto del XVI secolo Materiale: Tavola Tecnica: Olio su tavola Dimensioni: altezza 79 cm; larghezza 68,5 cm
Tipologia: Dipinti Numero inventario principale: 892

La scena si apre sulla sinistra con la figura di san Giuseppe, inquadrato da una quinta prospettica costituita da colonne e rovine antiche e rivolto a contemplare la Vergine con il Bambino, che riceve il dono offerto da uno dei Magi inginocchiato davanti a lui. Dietro Melchiorre, il re più anziano in primo piano, si individuano gli altri due connotati da ricchi abiti e dalle corone: il moro Baldassarre, che regge in mano il vaso con il prezioso dono per Gesù, rivolge uno sguardo d’intesa al suo compagno, Gaspare, a cui un paggetto sta porgendo un'ampolla contenente l'incenso destinato come omaggio al Bambino. Alle loro spalle si snoda l'affollato corteo che ha accompagnato il viaggio degli esotici re, come dimostrano i cavalli e i cammelli. La metà superiore del dipinto è occupata da un paesaggio roccioso che digrada progressivamente e da un cielo nuvoloso rischiarato dalla stella cometa che ha guidato i Magi, collocata significativamente in posizione centrale in asse con la figura del Bambino. 
La tavola, di piccole dimensioni, è certamente stata concepita per la devozione privata. Il dipinto proviene dalla collezione di don Vincenzo Ruffo di Motta Bagnara nella quale era attribuito ad anonimo pittore romano del XVI secolo. Entrata nelle raccolte del Museo di Palazzo Venezia, nel 1947 Antonino Santangelo la registrava sotto il nome di Lorenzo Sabatini, su indicazione di Roberto Longhi. Tale attribuzione fu accettata e riproposta da Federico Zeri (1955). Da quel momento in poi, tuttavia, l’Adorazione dei Magi non è stata menzionata in nessun contributo specifico sul pittore bolognese. L’opera mostra caratteri molto affini a quelli della pittura di Sabatini (1530 circa-1576), protagonista dell’ultima stagione della Maniera tra Bologna, Firenze e Roma e rappresentante di spicco della generazione di artisti che precede i Carracci. Per quanto l'attribuzione avanzata da Longhi fosse per l'epoca straordinariamente lungimirante, tuttavia è difficile ravvisare confronti puntuali tra questa tavola e il corpus del pittore (Balzarotti 2023).  
La piccola tavola, realizzata piuttosto nella cerchia di Sabatini, ben testimonia la tendenza affermatasi nel terzo quarto del Cinquecento a stemperare le artificiosità del manierismo in composizioni ordinate e, anche nelle opere di destinazione privata, attente a restituire i soggetti sacri con chiarezza e con un'intimità volta ad avvicinare il fedele.

Valentina Balzarotti

Scheda pubblicata il 12 Giugno 2025

Buono.

Ante 29 novembre 1989.

Sul retro della tavola in alto a destra è presente una scritta di grandi dimensioni: «Rn138». Sulla traversa superiore è apposta un’etichetta con la scritta «892». Sotto di essa si legge una scritta a matita «Ruffo». In basso a sinistra, sotto la traversa inferiore della tavola, un'altra etichetta con scritto «Museo di Palazzo Venezia / Tavola / Lorenzo Sabbatini / Adorazione dei Magi / cm. 80x70 / Inv. 892». Sulla cornice nella parte superiore un marchio non definito al centro e una etichetta sulla destra che recita: «Cornice Comit. 956». Sul lato destro etichetta con «PV 892 Com. 956»; nella parte inferiore sul lato destro vi sono due etichette, la prima reca scritto «Da Pisani / Giovanni de' Vecchi / Comitato P.V. / Sabatini 956 Adorazione dei Magi», la seconda «Com. 956», sul lato sinistro a matita «Bastiano Filippi». Il lato sinistro reca un marchio non meglio identificato.

Il dipinto è pervenuto a Palazzo Venezia attraverso il lascito del principe don Fabrizio Ruffo di Motta Bagnara. Nell'inventario della collezione stilato da Erulo Eroli e Roberto Bompiani il 22 giugno 1909 relativo alle opere che si trovavano a Napoli nel palazzo Bagnara a piazza Dante, a loro volta provenienti dal Gran Salone del palazzo Ruffo di via Chiaia 217, è registrata un'unica Adorazione dei Magi possibilmente identificabile con la presente per la coincidenza delle misure: “n. 34 'I Re Magi al Presepio' Tavola a olio di scuola Toscana 1600. Misura m. 80 x m. 70. Conservazione buona del quadro, cornice pessima lire 1.500”. Il dipinto è stato identificato nell’inventario della quadreria del cardinale Tommaso Ruffo del 1753 in cui è menzionato come “Altro di mezza testa rappresentante l’Adorazione dei Magi in tavola del Ghirlandaio fiorentino, sc. 40” (De Angelis 2010). Poiché il dipinto non è invece menzionato nella descrizione della galleria data alle stampe da Jacopo Agnelli nel 1734 si può supporre che esso sia entrato nella collezione Ruffo nell’intervallo di tempo che intercorre tra questa data e il 1753 in cui compare nell’inventario.

Santangelo Antonino (a cura di), Museo di Palazzo Venezia. Catalogo. 1. Dipinti, Roma 1947, p. 18;
Zeri Federico (a cura di), Catalogo del Gabinetto Fotografico Nazionale. 3. I dipinti del museo di Palazzo Venezia in Roma, Roma 1955, p. 8, n. 96;
Battista Stefania, La collezione Ruffo di Bagnara: alcuni documenti inediti, in Giannone, Antonio Lucio (a cura di), Percorsi d'arte. Dal collezionismo dei Ruffo all'evoluzione pittorica di Mino Delle Site, catalogo della mostra (Cavallino, Convento di San Domenico, 30 gennaio-13 marzo 2005; Salerno, Pinacoteca Provinciale, 23 marzo-1 maggio 2005), Salerno 2005, p. 75;
Pittiglio, in Barberini Maria Giulia, Sconci Maria Selene (a cura di), Guida del Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Roma 2009, pp. 26-27, n. 9;
De Angelis Maria Antonietta, I dipinti del cardinale Tommaso Ruffo (1663-1753): la quadreria di un alto prelato nella Roma del Settecento, in Debenedetti Elisa (a cura di), Collezionisti, disegnatori e pittori dall’Arcadia al Purismo, II, Roma 2010, pp. 73, 92, nota 197, fig. 19;
Balzarotti Valentina, Lorenzo Sabatini. La grazia nella pittura della Controriforma, Bologna 2021 [2023], p. 41, nota 134.

Oggetti correlati

Correlati
tavola
Dipinti
olio su tavola
1400 d.C. - 1600 d.C.