Carlo Pisacane: morire per l’Italia

CICLO: Da Roma al mondo. Racconti di un passato che vive - A cura di Francesco Benigno, professore ordinario di Storia moderna, Scuola Normale Superiore di Pisa. In collaborazione con la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea e la Fondazione Gramsci
RELATORE: Marco Meriggi
DATA: giovedì 26 ottobre, ore 18.00
LUOGO: Palazzo Venezia, Sala del Refettorio

Il 24 giugno 1857 Carlo Pisacane salpò da Genova con un drappello di patrioti con l’intenzione di raggiungere il Regno delle Due Sicilie e di dare vita a un’insurrezione popolare che avrebbe dovuto travolgere il regime borbonico. Ma, una vota sbarcato, qualche giorno più tardi, presso Sapri, trovò ad accoglierlo non il popolo che aveva sognato di rendere protagonista di quella che chiamava la rivoluzione italiana, bensì una massa di contadini ostili che gli si scatenarono contro. Come molti dei partecipanti alla sua spedizione, Pisacane trovò qualche giorno dopo la morte, non ancora quarantenne. Si concludeva così, drammaticamente, un’esistenza condotta tutta sopra le righe, tanto per la partecipazione intensa di Pisacane, da socialista libertario, alle vicende del Risorgimento, quanto per le sue scelte di vita anticonformiste, che lo resero l’interprete per eccellenza del romanticismo risorgimentale.

Biografia

Marco Meriggi insegna Storia delle Istituzioni politiche presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Napoli Federico II. Tra i suoi libri dedicati ad argomenti di storia risorgimentale, “La nazione populista. Il Mezzogiorno e i Borboni dal 1848 all’Unità” (il Mulino, 2021) e “Il regno Lombardo-Veneto” (UTET, 1987).

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