Al VIVE si è tenuta la prima delle conferenze legate all’iniziativa Depositi in Mostra

Martedì 29 ottobre si è tenuta la prima delle conferenze legate all’iniziativa Depositi in mostra, un ciclo di esposizioni dedicato alla valorizzazione delle opere del VIVE attualmente non esposte al pubblico.

Martedì 29 ottobre, presso la Sala del Refettorio di Palazzo Venezia, si è tenuta la prima delle conferenze legate all’iniziativa Depositi in mostra, un ciclo di esposizioni dedicato alla valorizzazione delle opere del VIVE attualmente non esposte al pubblico.

Il ciclo rientra nelle attività di studio sulle opere delle collezioni del VIVE condotto a partire dal 2020. La ricerca è stata realizzata tramite una sistematica catalogazione scientifica, affidata a gruppi di lavoro formati da specialisti coordinati da professori universitari.

La conferenza, introdotta dalla Direttrice del VIVE, Edith Gabrielli, e da Barbara Agosti, professoressa ordinaria di Storia dell’arte moderna presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, è stata dedicata alla presentazione degli studi delle ricercatrici Clara Seghesio e Cristina Conti su due opere in dialogo tra loro, accomunate dal filo conduttore della committenza di papa Pio V (1566-1572): il rilievo con Cristo a casa del Fariseo e il busto bronzeo che ritrae lo stesso pontefice.

Il rilievo, fino ad oggi conservato nei depositi, costituisce una preziosa testimonianza della monumentale macchina d’altare concepita da Giorgio Vasari su richiesta del pontefice per la basilica di Santa Croce di Bosco Marengo, presso Alessandria. Grazie a una rinnovata analisi critica e storica, Clara Seghesio ha riconosciuto l'autore dell’opera in Angelo Marini detto il Siciliano.

Il busto raffigurante Pio V, entrato nelle raccolte del VIVE nel 2020, è l’unico ritratto in bronzo dorato sinora conosciuto del pontefice. Una nuova lettura critica conferma l'attribuzione all’ambito di Guglielmo Della Porta, protagonista della scena artistica del tardo Cinquecento romano.

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