Fondo Lanciani
Uno dei fondi storici più famosi della BiASA: al suo interno esso conserva libri, documenti e altri preziosi materiali del più famoso archeologo e topografo italiano vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo
Rodolfo Lanciani (1845-1929) è stato uno dei più eminenti archeologi italiani. Originario di Montecelio, frequentò le scuole al Collegio Romano, per poi laurearsi in ingegneria presso la “Sapienza”. In campo archeologico ebbe come maestri Giovanni Battista De Rossi e Carlo Lodovico Visconti. Vicedirettore del Museo Kircheriano e Direttore degli scavi dal 1877, nel 1878 ottenne la cattedra di Topografia romana all’Università di Roma.
La sua attività si svolse largamente sul campo, con ricognizioni e scavi condotti nell’area della città di Roma e nella campagna circostante, associati a ricerche di documenti e all’elaborazione di rapporti, pubblicati mensilmente nei periodici specializzati ufficiali. Le sue più importanti ricerche furono alla base di opere fondamentali per l’archeologia romana come la Forma urbis Romae (1893-1901) e la Storia degli scavi, iniziata a pubblicare nel 1902.
Negli studi di topografia romana Lanciani si distinse dai contemporanei per aver considerato la documentazione grafica come supporto essenziale alle fonti scritte. La sua raccolta ne è uno specchio fedele: “l’importanza di questa collezione – egli scrisse – deriva dal gran numero di disegni originali e stampe avanti lettera da me acquistate dagli eredi degli architetti incisori. Butii, Paolo Posi, G.B. Cipriani, Ludovico Caracciolo, Luigi Canina, Luigi Rossini, Gian Luigi Valadier, Antonio de Romanis, Francesco Pannini, G. Winkelm[ann], Agostino Penna, Seroux D’Agincourt, Pinelli” (Ms. Lanciani 136/2).
Il Fondo Lanciani è composto dalla biblioteca dello studioso e dalla sua collezione di stampe, disegni e fotografie, per lo più databili tra il XVII e il XIX secolo. Questa collezione di stampe, disegni (compresi rilievi archeologici, architettonici e urbanistici) e fotografie, pervenuta con una suddivisione in cartelle, è stata successivamente ricomposta in volumi, conservando l’ordine originario.
Tali volumi hanno carattere monografico su singoli monumenti (ad es. Colosseo, Fori etc.) o su una particolare tipologia (ad es. terme, fontane, acquedotti) oppure carattere prettamente topografico e cartografico (ad es. Regiones, Piante di Roma, Panorami).
In ogni volume vengono a trovarsi materiali di diverso tipo, data e autore. Nei volumi delle chiese, ad esempio, ecco incisioni di ogni dimensione ed epoca, disegni (rilievi, progetti di rifacimento, adattamenti, restauri), fotografie. Altri volumi raccolgono opere di singole personalità dell’arte come Silvestre, Caracciolo, Rossini.
Un posto speciale è occupato dal Fondo Lafréry: si tratta di una raccolta di circa 5000 incisioni tratte da rami del XVI secolo - opera di diversi artisti - presenti nella bottega di Antonio Lafréry, il maggiore editore-stampatore operante a Roma in questo campo, e ripresi in edizioni successive, quando le matrici passarono nell’arco di tre secoli ad altri stampatori (De Rossi, Losi, Calcografia Camerale).
Anche questi volumi sono divisi per temi (monumenti, piante, obelischi, musei, apostoli, sibille etc.) o per autori (C. Cort, il Maestro del Dado, Marcantonio Raimondi e la sua scuola, Enea Vico, il Caraglio, G. Bonasone, i Carracci, Ghisi, Villamena, Thomassin, Cherubino Alberti).
Il fondo Lanciani fu acquistato nel 1929 dall’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (INASA), che lo ha depositato presso la Biblioteca. Tutto il materiale, pari a circa settemila pezzi, è schedato per soggetto, in un catalogo speciale cartaceo, consultabile in sede: oggi 4000 opere grafiche sono state digitalizzate e consultabili on line Images of Rome. The Fondo Lanciani Digital Archive