Dedicati ai due valori guida di Vittorio Emanuele II, l’unità della patria e la libertà dei cittadini, i propilei accolgono all’interno mosaici ispirati a Gustav Klimt e alla Secessione viennese
I propilei, che svettano ai lati del Sommoportico, sono dedicati ai due valori guida di Vittorio Emanuele II e dell’intero processo risorgimentale: libertà e unità. Il propileo orientale, per l’esattezza, è intitolato alla Libertà, il propileo occidentale all’Unità. Le iscrizioni sotto il timpano dei rispettivi pronai infatti recitano: “CIVIUM LIBERTATI” ovvero “ALLA LIBERTA’ DEI CITTADINI” e “PATRIAE UNITATI” ovvero all’“UNITA’ DELLA PATRIA”.
Le fiancate di ciascun propileo sono ornate da una figura alata de La Fama: il fiorentino Giuseppe Guastalla (1867-1952) e il bolognese Giuseppe Romagnoli (1872-1966) lavorano al Propileo della Libertà; il lucchese Arnaldo Fazzi (1855-1944) e Adolfo Laurenti (1856-1944) a quello dell’Unità. I rilievi dei due timpani rappresentano La Libertà e L’Unità. Il fiorentino Emilio Gallori (1846-1904) e il lombardo Enrico Butti (1847-1932), ricevuto l’incarico nel 1908, completarono il lavoro nel 1910.
Gallori rappresenta La Libertà come una figura femminile con scettro, corona e insegna romana, circondata da Le Arti Liberali e Le Arti Meccaniche.
L’Unità di Butti è una donna con l’aquila romana accanto che riunisce e abbraccia altre donne raffiguranti tutte le età della civiltà italiana.
Ciascun propileo presenta un’ampia decorazione anche all’interno. L’artista romano Adolfo Consolani e seguì tra il 1916 e 1921 la decorazione delle volte con cassettoni a rombo in stucco dipinto: il centro a mosaico risale invece al 1922.
Antonio Rizzi (1869-1940) e Giulio Bargellini (1875-1936) realizzarono i mosaici delle lunette con soggetti ispirati ai concetti di Libertà e Unità. Vinto il concorso del 1912, i due artisti, dopo una lunga e complessa gestazione, completarono le rispettive opere nel 1921. Rizzi e Bargellini introdussero nel Vittoriano, ciascuno a modo proprio, il linguaggio della Secessione viennese e di Gustav Klimt in particolare, in parallelo con quanto stava facendo Angelo Zanelli nell’Altare della Patria, in particolare ne La Dea Roma.
Nel propileo occidentale Antonio Rizzi interpretò il concetto di Libertà raffigurando Il Valore, La Legge, La Forza e La Pace. Ne Il Valore sulla lunetta sud un giovane eroe tempra la spada sull’ara della libertà: dalla stessa ara s’innalzano i fantasmi della Gloria si innalzano i fantasmi. Alcuni armati e un giovane coribante assistono alla scena.
Ne La Legge sulla lunetta est la Giustizia, assisa in trono, rinfodera la spada, circondata dalle altre virtù del buon governo: Sapienza, Temperanza, Forza, Prudenza e Magnanimità.
Ne L’Unione sulla lunetta nord l’eroe troiano Enea incontra il poeta latino Virgilio, simboli rispettivamente dell’Azione e del Pensiero: ai lati l’aquila e il toro, allusioni alla città di Torino e al processo di unificazione.
La Pace sulla lunetta ovest la dea Demetra con una fascina di spighe domina una fontana circondata da rose e colombe: ai lati si dispongono le personificazioni de L’Agricoltura, La Famiglia, La Civiltà e L’Arte.
Bargellini interpretò il concetto dell’Unità attraverso La Forza, Il Lavoro, La Fede e La Sapienza. Al di sotto delle lunette e sopra gli ingressi al Sommoportico si trova una targa tra due statue allegoriche in bronzo. Lio Gangeri (1845-1913) eseguì La Scultura e La Pittura nel Propileo della Libertà; Antonio Garella (1863-1909) L’Architettura e La Musica nel Propileo dell’Unità. Il progetto del prezioso pavimento fu eseguito da Gaetano Koch (1849-1910) entro il 1907.