Ricche e preziose decorazioni caratterizzano il Sommoportico, dal soffitto in stucco dorato, ai dipinti sulla parete di fondo, fino al pavimento in commessi di marmo
Il portico, collocato quasi alla sommità del Vittoriano, è lungo 70 metri. Le sedici colonne simboleggiano le regioni d’Italia nella seconda metà del XIX secolo, quando molte zone del Nord-est non erano ancora entrate a far parte del territorio nazionale. Alte 15 metri, esse terminano con un capitello ornato al centro da una testa femminile con corona turrita raffigurante l’Italia.
Il soffitto e il pavimento del portico sono stati progettati da Gaetano Koch (1849-1910) nel 1907. Il soffitto fu realizzato tra il 1908 e il 1910 in stucco dorato dal marchigiano Giuseppe Tonnini (1875-1954). Esso si articola in diciassette lacunari, nove con Trofei d’Armi, otto con le Nuove Scienze: La Geometria, La Chimica, La Fisica, La Mineralogia, La Meccanica, La Medicina, L’Astronomia e La Geografia.
La decorazione a tempera su oro sulla parete di fondo, alto 3,5 metri, spetta a Primo Panciroli (1875-1946), Silvio Galimberti (1869-1956) e Carlo La Spina: al centro dominano targhe con le date più significative del Risorgimento: il 1848 in ricordo dei moti rivoluzionari, il 1859 della Seconda Guerra d’Indipendenza, il 1860 dell’Unità e il 1870 di Roma Capitale.
Al di sopra del colonnato corre un fregio con aquile ad ali aperte progettato da Sacconi e realizzato da Eugenio Maccagnani (1852-1930). L’attico è decorato con le personificazioni di sedici regioni italiane eseguite da altrettanti scultori tra il 1909 e il 1910.