Progettata negli anni Venti del Novecento, la grande scala rievoca attraverso il materiale e il linguaggio il grande Rinascimento italiano
Aperto su via del Plebiscito, lo scalone risale agli anni Venti del Novecento. Palazzo Venezia naturalmente aveva già in precedenza diverse e importanti vie per accedere ai piani superiori e in particolare al più importante, il piano nobile.
Oltre a quella tuttora esistente su piazza Venezia, in questa specifica zona del complesso i documenti attestano nel corso dei secoli ben tre scale: una “cordonata” tardo quattrocentesca, che permetteva fra l’altro la salita a cavallo, una settecentesca e una progettata da Camillo Pistrucci (1856-1927) nel 1911, vale a dire al tramonto del periodo austro-ungarico.
Lo scalone, altrimenti detto Scala Nova, venne realizzato fra il 1924 e il 1930, su disegno di Luigi Marangoni (1872-1950). A Marangoni va ascritto anche il progetto della decorazione plastica, poi scolpita da Benedetto D’Amore (1882-1960), lo scultore attivo anche nel Vittoriano.
Marangoni e D’Amore s’ispirarono al lessico della fase quattrocentesca del palazzo, quella dominata dalle figure di Paolo II (1464-1471) e di suo nipote, il cardinale Marco Barbo (1420-1491): effettivamente ancor oggi molti di primo acchito ritengono lo scalone un originale del Rinascimento. Ma osservando meglio le strutture in travertino e l’apparato plastico è facile accorgersi che si tratta di una riproposizione moderna: i capitelli celebrano le vittorie ottenute dal Regno d’Italia contro l’Austria durante la Terza Guerra d’Indipendenza del 1866 e la Prima guerra mondiale (1915-1918).