Giuseppe Sacconi destina al Museo del Risorgimento le gigantesche strutture di sostegno dell’edificio
Nel progetto originale di Giuseppe Sacconi (1854-1905) il Vittoriano doveva appoggiarsi al Campidoglio. Fin dalla metà degli anni ottanta la natura friabile del terreno impose tuttavia di realizzare nei livelli intermedi delle imponenti sostruzioni, in modo da rendere l’edificio autoportante. Venne in tal modo a crearsi una serie di vasti spazi coperti e collegati, che in molti, a cominciare proprio da Sacconi, giudicarono ideale per ospitare musei.
Disegno acquarellato del profilo del Monumento a Vittorio Emanuele II elaborato da Giuseppe Sacconi
L’idea di utilizzare i nuovi, vasti spazi interni del Vittoriano per ospitarvi il Museo del Risorgimento può fissarsi intorno al 1890. In una relazione del 1891 si legge che “le gallerie per il Museo del Risorgimento” erano già coperte e costruite: queste “gallerie” debbono identificarsi con gli spazi oggi adibiti a Sacrario delle Bandiere.
Album con rilievi acquarellati, contenenti il Rilievo dei ruderi rinvenuti, sul colle Capitolino e adiacenze, durante i lavori di sterro per la costruzione del nuovo Museo del Risorgimento, Ufficio Tecnico dei Lavori c.d. Genio Civile
Nella relazione stilata nel 1905, poco prima di morire, Sacconi inserì nel Vittoriano tre musei, il Museo delle Corone, il Museo del Risorgimento, appunto, e il Museo delle Bandiere. L’uno doveva sorgere al piano terreno, il secondo al livello intermedio, il terzo nei cosiddetti “ambienti dello stilobate”, cioè la galleria alla base del Sommoportico e i saloni posti alle testate dei Propilei.
Giuseppe Sacconi e l'opera sua massima, di Primo Acciaresi edita nel 1911