Statua di Vittorio Emanuele II a cavallo

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Statua di Vittorio Emanuele II a cavallo
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La statua del re a cavallo, con le sue dimensioni eccezionali, costituisce il fulcro visivo e spaziale dell’intero Vittoriano

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La statua con Vittorio Emanuele II a cavallo fu concepita in bronzo dorato dallo scultore friulano Enrico Chiaradia (1851-1901). Alla morte prematura di Chiaradia, nel 1901, essa venne terminata dal fiorentino Emilio Gallori (1846-1904). La statua venne fusa nel 1906 dalla ditta Bastianelli, che v’impiegò il bronzo di alcuni cannoni del Regio Esercito. La posa in opera avvenne nel 1910.

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Il Vittorio Emanuele II a cavallo rappresenta il fulcro visivo e spaziale dell’intero complesso. Non lasciatevi però ingannare, perché le dimensioni sono eccezionali: la statua, per esempio, con i suoi 10 metri di lunghezza e 12 di altezza, è talmente grande che prima di essere posta in opera ospitò nel ventre del cavallo un pranzo per ventuno persone. 
Vittorio Emanuele II appare in alta uniforme, in sella a una cavalcatura che incede con passo solenne ed elegante. La scultura si ispira alla lunga tradizione di sovrani a cavallo, che a Roma era incarnata al sommo grado dal monumento equestre a Marco Aurelio, ancor oggi in Campidoglio. 

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Chiaradia risultò vincitore del concorso nel 1889, ma dovette subito scontrarsi con l’architetto del Vittoriano, Giuseppe Sacconi, che rimproverava alla statua l’eccesso di verismo. Al momento dell’inaugurazione l’opera incontrò tuttavia il gusto del pubblico, grato di poter riconoscere nel viso le fattezze del suo amato sovrano.

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