Un dipinto di Giorgione ancora avvolto nel mistero e lo spettacolare soffitto realizzato da Giorgio Vasari per il banchiere di Giulio III
La sala in origine faceva parte di un ambiente più ampio: esso era chiamato di norma Sala Pisana, perché fatto costruire nel 1564 dal cardinale Francesco Pisani (1494-1570) a spese della Repubblica di Venezia, come ambiente di rappresentanza dei cardinali titolari di San Marco.
La sala assunse la configurazione e anche il nome odierni con il montaggio del soffitto proveniente da Palazzo Altoviti a ponte Sant’Angelo. Le figurazioni, ispirate al mito della dea Cerere e ai mesi dell’anno, risalgono al 1553: Giorgio Vasari (1511-1574) le realizzò a fresco su incarico di Bindo Altoviti (1491-1557), banchiere fiorentino di papa Giulio III (1550-1555). L’arrivo a Palazzo Venezia risale al 1917: qualche anno più tardi, tra il 1924 e il 1929, il pittore Torello Rupelli, sotto la supervisione del direttore Federico Hermanin (1868-1953), li integrò in questa sala, accompagnandoli con nuove cornici e, lungo le pareti, con paraste di gusto rinascimentale decorate a grottesche.
L’ambiente, oggi integrato nel percorso del museo, ospita alcune delle opere più importanti custodite dal palazzo. Oltre al Busto di Marino Grimani di Alessandro Vittoria (1525-1608), si segnalano il Busto di Pio V e la Sacra famiglia di Giorgio Vasari.