L’esigenza di dotare anche Roma di un museo del Risorgimento prese piede fra il 1880 e il 1884
Nel giugno 1880 lo storico Pasquale Villari (1827-1917), al tempo deputato, propose lo stanziamento annuo di 4.000 lire “per formare una raccolta di libri, opuscoli e documenti relativi alla storia del Risorgimento nazionale”. La proposta di Villari trovò un’immediata accoglienza presso il Ministro della Pubblica Istruzione, Francesco De Sanctis (1817-1883).
Ritratto di Pasquale Villari
La proposta di Pasquale Villari indicava come sede della raccolta la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma. La Biblioteca Nazionale, sorta appena quattro anni prima, il 14 marzo 1876, si trovava allora nel complesso del Collegio Romano. Il suo direttore, Domenico Gnoli (1838-1915), costituì una Sezione Risorgimento e avviò l’acquisizione di un primo nucleo di materiali.
Prospetto principale del Collegio Romano in un'incisione della seconda metà del Settecento di Giuseppe Vasi, da Delle magnificenze di Roma antica e moderna
Nel 1884 Torino accolse nel Parco del Valentino l’Esposizione Generale Italiana, che prevedeva un padiglione sul Risorgimento. L’11 marzo alcuni membri della commissione romana impegnati a raccogliere materiali per il padiglione di Torino proposero al re Umberto I (1878-1900) di costituire a Roma un Museo Nazionale del Risorgimento.
Pianta prospettica della città di Torino e dell’Esposizione Generale Italiana del 1884