Fra molte incertezze, la decorazione del futuro Altare della Patria prende il via
Nel giugno 1908, quando la direzione artistica del Vittoriano era ormai affidata al triumvirato di architetti costituito da Gaetano Koch (1849-1910), Manfredo Manfredi (1859- 1927) e Pio Piacentini (1846-1928), uscì il concorso per la decorazione scultorea della zona centrale del Vittoriano. Nonostante le precise volontà di Sacconi, il dibattito sulla sua funzione di Altare della Patria e i soggetti da realizzarvi era proseguito, quasi sempre accompagnato da polemiche.
Gli architetti Koch, Piacentini e Manfredi, ai quali fu affidata la direzione artistica del Vittoriano in seguito alla morte nel 1905 di Giuseppe Sacconi
Il bando di concorso riflette appieno questo clima di incertezza: limitandosi a indicare la zona centrale come “sotto-basamento della statua equestre del re”, il testo lasciava una sostanziale libertà di scelta fra l’opzione storica e l’opzione allegorica. I partecipanti potevano decidere se raffigurare la breccia di Porta Pia e il plebiscito di Roma, i precursori del Risorgimento Italiano oppure una qualsiasi raffigurazione corrispondente ispirata al significato civile e politico del Monumento.
Lo stato di avanzamento dei lavori di costruzione del Vittoriano nel 1906