Altare della Patria: la campagna di restauro

Dal cantiere di restauro all’allestimento della mostra “La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita”

Il cantiere di restauro è giunto al termine e si procede con lo smontaggio dei ponteggi

Si è concluso il restauro del settore centrale dell’Altare della Patria, compresa la statua della Dea Roma

Il restauro del fregio di Angelo Zanelli all’Altare della Patria si sta avviando verso le fasi conclusive.

I restauratori hanno iniziato le operazioni di stuccatura di tutte le fessurazioni.

 I restauratori stanno ultimando le operazioni di pulitura della porzione centrale del fregio dell’Altare della Patria.

Nella fase successiva di pulitura i restauratori intervengono sui carbonati, i depositi scuri.

I restauratori hanno iniziato la fase della pulitura della monumentale Dea Roma.

I depositi biologici ricoprono tutta la superficie della porzione centrale del fregio.

Il cantiere di restauro permette finalmente di ammirare la maestosa Dea Roma.

I restauratori analizzano da vicino la superficie lapidea della porzione centrale del fregio, prima di procedere con attività di pulitura.

Il ponteggio, allestito in corrispondenza dell’area centrale del fregio, permette ai restauratori di analizzare da vicino la superficie lapidea di questa nuova porzione.

I nostri restauratori porteranno avanti i lavori all’Altare della Patria anche durante il mese di agosto.

Dopo diciotto settimane si sono concluse le operazioni di restauro che hanno interessato le porzioni laterali del fregio dell’Altare della Patria.

La pulitura, protagonista di questi primi quattro mesi di lavoro, ha dato finalmente nuova vita ai dettagli decorativi del fregio.

Le superfici del fregio di Angelo Zanelli mostrano, oltre ai segni di lavorazione, anche preziosi dettagli decorativi che riemergono e tornano pienamente visibili.

Dopo la pulitura, le superfici del fregio mostrano distintamente i segni degli strumenti utilizzati per la lavorazione del marmo botticino.

Il fregio dell’Altare della Patria è composto da numerosi blocchi di botticino, un tipo di marmo estratto da cave localizzate in provincia di Brescia.

Dopo tredici settimane di cantiere si sono concluse le operazioni di pulitura delle porzioni laterali del fregio dell’Altare della Patria.

I restauratori stanno ultimando il lavoro di pulizia sulla superficie del fregio, hanno rimosso gli impacchi e hanno rimosso con il bisturi i depositi più resistenti e scuri, ammorbiditi dopo il trattamento.

I restauratori stanno procedendo alla rimozione dalla superficie lapidea di  tutti gli agenti biologici ormai necrotizzati.

Un team di esperti sta verificando come intervenire sulle infiltrazioni d’acqua.

La direttrice del VIVE introduce la figura e lo stile di Angelo Zanelli, lo scultore bresciano che, appena trentenne, vinse il concorso del 1908 per la decorazione dell’Altare della Patria.

Proseguono sul lato orientale gli interventi di restauro. La restauratrice Susanna Sarmati illustra il processo di campionatura che verrà eseguito sul fregio.

La direttrice del VIVE racconta il concorso del 1908 per la decorazione dell’Altare della Patria vinto da Angelo Zanelli.

I restauratori stanno procedendo sul lato orientale con la prima fase di pulitura del fregio.

Domenica 23 aprile si è svolta la prima visita del pubblico al cantiere di restauro. I partecipanti, suddivisi in diversi turni, sono saliti sui ponteggi accompagnati dalla restauratrice Susanna Sarmati che ha raccontato loro il progetto di restauro e le prime attività messe in atto.

L’allestimento dei ponteggi è stato completato su entrambi i lati, ora iniziano le prime azioni di restauro che sarà possibile seguire grazie al cantiere aperto e alla prima visita guidata speciale.

Inizia l’analisi dello stato di conservazione delle superfici.

Continua l’allestimento dei ponteggi.

Parte oggi martedì 28 marzo l’allestimento dei ponteggi del cantiere. Presenti il direttore dei lavori Edith Gabrielli (direttrice del VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia) e la restauratrice Susanna Sarmati.