L’opera è giunta fino a noi in forma frammentaria, suddivisa in nove sezioni distinte. Ciascun frammento include porzioni precedentemente frantumate, che sono state ricomposte e consolidate attraverso interventi conservativi eseguiti in epoche diverse. La superficie mostrava la presenza di incrostazioni e depositi di varia natura, riconducibili sia a fattori ambientali che a processi di degrado chimico e biologico.
Numerose fratture e crepe sono state rilevate: alcune originate durante la fase di cottura, successivamente riadesate con cera d’api, altre provocate da eventi traumatici avvenuti nel tempo, trattate con impasti a base di gesso e colla animale. Questi materiali, sebbene efficaci nel breve periodo, hanno mostrato nel tempo un progressivo decadimento funzionale, dovuto all’irrigidimento e alla perdita di adesione degli adesivi impiegati. Tale fenomeno ha compromesso la stabilità strutturale dell’opera, rendendo necessari nuovi interventi di restauro fondati su criteri di reversibilità e compatibilità chimico-fisica con i materiali originali
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