Le fasi dell’intervento - Restauro sculture

Inviato da d.liuzzi@dstech.it il Mar, 02/27/2024 - 15:34
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Le fasi dell’intervento
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Allestimento delle opere provvisionali

La prima operazione è l’allestimento delle opere provvisionali nel rispetto delle norme di sicurezza specifiche.


Documentazione grafica e fotografica ed indagini preliminari

1. Documentazione fotografica
Preliminarmente a tutti i lavori sarà eseguita una documentazione grafica e fotografica per avere una testimonianza dell’attuale stato di conservazione dell’opera. In seguito, sarà documentato l’intervento di restauro in ogni sua fase. Concluderà il tutto la documentazione relativa allo stato finale dopo i lavori.

Le fotografie saranno di tipo digitale e del formato necessario per ogni situazione.

2. Indagine preliminari
Le indagini scientifiche saranno eseguite in più fasi. All’inizio si privilegeranno le indagini sullo stato di conservazione e sui fenomeni di degrado; durante i lavori le indagini interesseranno la tipologia degli interventi che verranno eseguiti; verso la fine si raccoglieranno le informazioni sulle tecniche di esecuzione e sui materiali costitutivi.


Restauro delle superfici metalliche (bronzo e ferro)

1. Pulitura
Generalmente i metodi più adatti per la pulitura del bronzo sono quelli meccanici, incentrati su operazioni eseguite a mano. Si utilizzano bisturi, spazzolini manuali in ferro a setole sottili, microtrapani muniti di piccole mole o gommini abrasivi o ancora setole metalliche in acciaio, vibro- incisori, ablatori ad ultrasuoni, ecc., tutti attrezzi con cui si riducono gli spessori delle patine di corrosione, e si ottengono i risultati estetici assai convincenti. Con questi metodi si riescono a controllare le superfici dell'oggetto, via via che si procede con il lavoro.
Nel nostro caso, inoltre sarà necessaria la rimozione degli strati di sporcizia depositata di varia natura con solventi, impacchi o altro, senza agire sulle patine originali, né sulle dorature. Lo scopo sarà quello di liberare il bronzo, in parte brunito ed in parte dorato, dagli strati soprammessi che ne deturpano l’aspetto e ne offuscano lo splendore d’origine.

Saranno tentati vari metodi fine a mettere a punto il metodo più adatto.


2. Trattamenti conservativi
Seguiranno i trattamenti conservativi del bronzo, che si articoleranno nelle seguenti fasi:
- lavaggio con acqua normale prima, deionizzata dopo;
- trattamento inibitore di corrosione con cisteina sciolta in acqua all’1% in alcol etilico o
con benzotriazolo;
- applicazione di protettivo superficiale (Cera microcristallina Reswax o altra).

Il trattamento conservativo del ferro si articolerà invece nelle seguenti fasi:
- pulitura meccanica delle superfici per l’asportazione dei prodotti di corrosione non coerenti;
- lavaggio con acqua normale prima, deionizzata dopo;
- trattamento inibitore di corrosione con Fertan o altro convertitore di ruggine;
- applicazione di protettivo superficiale (Paraloid B72 al 5% in diluente nitro).

Al termine delle operazioni di pulitura, dei trattamenti conservativi e dopo l’applicazione del protettivo, potranno essere realizzate eventuali integrazioni di piccole lacune in resina epossidica colorata. Per eventuali lacune di dimensioni maggiori saranno valutati in corso d’opera sia i criteri che le modalità d’integrazione. Le valutazioni per l’integrazione o la sostituzione di ferri di supporto in cattive condizioni sarà anch’essa effettuata in corso d’opera.

Restauro delle superfici in marmo botticino

La rimozione dei depositi incoerenti presenti sul materiale che, a differenza delle croste, non intaccano la natura chimica del materiale, potrà essere eseguita ricorrendo a dei sistemi meccanici semplici, facili da applicare come ad esempio: aspiratori integrati, dove il caso specifico lo richiede, da bisturi, piccole spatole e lavaggi con acqua; si dovrà prestare particolare attenzione a non arrecare danni irreversibili al materiale (incisioni o segni).

La disinfestazione da colonie di microrganismi autotrofi ed eterotrofi (batteri, funghi, alghe e cianobatteri) sarà trattata con biocidi specifici. L’uso dei biocidi dovrà essere in correlazione alla rimozione meccanica, che sarà eseguita con l’ausilio di spazzole rigide, bisturi, spatole ecc., facendo attenzione a non intaccare la superficie.

La pulitura mediante idrolavaggio a bassa pressione, oltre all’azione chimica, svolgerà anche una moderata azione meccanica e dilavante (dovuta al moderato ruscellamento), grazie alla quale gran parte dei sali solubilizzati potranno essere rimossi. La pulitura dovrà necessariamente ridurre al minimo indispensabile la quantità d’acqua in modo da riuscire ad evitare la movimentazione dei sali presenti all’interno del materiale.

La rifinitura della pulitura sarà effettuata con una serie di strumenti specifici il cui impiego è in stretta relazione al grado di persistenza delle sostanze che si dovranno asportare. La pulitura meccanica consentirà la rimozione di scialbature, depositi ed incrostazioni più o meno aderenti alla superficie; a tal fine si potrà ricorrere a strumenti di vario tipo partendo dai più semplici come: spazzole di saggina o di nylon, bisturi, piccole spatole metalliche, sino ad arrivare ad utilizzare apparecchiature meccanizzate più complesse come micro sabbiatrici per la rimozione di depositi spessi coerenti ed aderenti alla superficie ricorrendo polveri abrasive sospese in un getto d’aria compressa diretto sulla superficie per mezzo di un piccolo ugello.

Il consolidamento delle superfici sarà realizzato con nano-calce al fine di ristabilire compattezza la materiale lapideo. Per la quantità di prodotto da utilizzare si renderanno necessari piccoli test da eseguirsi su superfici campione.

La riadesione di elementi distaccati avverrà anche mediante perni con l’obiettivo di far riaderire parti distaccate o in fase distacco mediante idonei adesivi sia a base di leganti aerei ed idraulici (calci) sia leganti polimerici (soprattutto resine epossidiche).

Le stuccature e micro-stuccature avranno lo scopo colmare le lacune e le discontinuità presenti sulla superficie lapidea così da “unificare” la superficie ed offrire un’adeguata resistenza. agli agenti di degrado (inquinanti atmosferici chimici e biologici, nonché infiltrazioni di acqua).

La protezione superficiale con polisilossani diluiti in acqua dovrà essere eseguita alla fine del ciclo di interventi previsti sulle superfici eccessivamente porose esposte sia agli agenti atmosferici, sia all’aggressione di umidità da condensa o di microrganismi animali e vegetali. Il trattamento non creerà una pellicola continua sul supporto, lasciando in questo modo al sottofondo la possibilità di traspirare, senza modificare l’equilibrio.
 

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