La sala immersiva - ultimo ritratto

Inviato da d.liuzzi@dstech.it il Gio, 05/23/2024 - 16:32
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La sala immersiva
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La mostra termina con un’installazione a carattere immersivo. Il visitatore, man mano che raggiunge il centro della sala, attraverso la tecnologia digitale sperimenta in termini nuovi e coinvolgenti quel che ha appena osservato nelle sezioni analogiche.

Lo spazio immersivo consente al pubblico di tornare sui contenuti della mostra, per riviverli e assimilarli nella sfera delle emozioni, entrare letteralmente nelle opere d’arte in esposizione, così da poterne apprezzare i dettagli, nonché verificare attraverso i monumenti quanto la memoria di Giuseppe Mazzini risulti viva e attuale in Italia e nel mondo, a distanza di molti anni dalla sua scomparsa.

Per raggiungere questi obiettivi il racconto digitale si articola in quattro fasi, o capitoli:

Silvestro Lega, l’artista. Il visitatore ripercorre la carriera di Silvestro Lega attraverso le opere, con una particolare attenzione per i temi risorgimentali.
Dalle tele degli esordi, negli anni quaranta dell’ottocento, si giunge al fatidico marzo del 1872, quando l’artista, raggiunto dalla notizia della morte di Giuseppe Mazzini, corse immediatamente al suo capezzale.

Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini. Lega concepì l’opera il 12 marzo 1872, al cospetto della salma del      Padre della Patria, e la concluse nella tarda estate del 1873. Una successione di inquadrature consente di entrare nel vivo della tecnica esecutiva di Lega, fino a scoprire il segreto di ogni tocco di pennello.

Giovanni Spertini e un inedito busto di Giuseppe Mazzini del 1878. La fortuna di Giuseppe Mazzini si riflette anche nei suoi ritratti. La potenza del digitale consente di apprezzare da vicino il raffinato busto in marmo che, scolpito nel 1878 dal lombardo Giuseppe Spertini, è appena entrato nelle collezioni del VIVE.

La memoria di Giuseppe Mazzini: i monumenti pubblici. Il visitatore ripercorre alcuni dei principali monumenti dedicati a Giuseppe Mazzini a Roma, in Italia e nel mondo. Anche così risulta facile accorgersi che il loro numero risulta nettamente inferiore a quello di altri Padri della Patria, da Vittorio Emanuele II a Giuseppe Garibaldi.

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