La raccolta permette di entrare nel laboratorio intellettuale di uno dei protagonisti della tutela e della promozione delle arti del Novecento
Corrado Ricci (1858-1934) è stato un importante archeologo e storico dell’arte e, insieme, una figura di grande rilievo nel settore della tutela. Dopo il duplice diploma ottenuto a Ravenna – nel liceo classico e all’Accademia di Belle Arti – proseguì gli studi all’Università di Bologna, sempre tenendo bilanciati due campi di studio: il percorso giuridico si affiancò dunque al percorso artistico e letterario, dove fu allievo di Giosuè Carducci.
Ritratto di Corrado Ricci in un dipinto del pittore Tito Ettore del 1913
Ricci, dal 1893 al 1894 direttore della Pinacoteca di Parma, dal 1894 fino al 1898 resse la Galleria Estense a Modena; nel frattempo, nel 1895 fu investito del grado di direttore di Musei, Gallerie e Scavi e nel 1897 messo a capo anche della sovrintendenza speciale per i monumenti di Ravenna; nel 1898 pervenne alla direzione della Pinacoteca di Brera a Milano e nel 1903 a quella dei musei e della galleria nazionale di Firenze.
La difesa del patrimonio artistico italiano contro i pericoli di guerra (1915-1917) di Corrado Ricci, estratto dal Bollettino d'Arte del Ministero della P. Istruzione, anno XI, edito nel 1917
Nel 1906 egli fu nominato direttore generale nel Ministero della Pubblica Istruzione. Ricci è anche dietro la legge del 27 giugno 1907 che istituì soprintendenze articolate per materia (ai monumenti, agli scavi e ai musei) e la legge del 20 giugno 1909, con la quale si diede il definitivo assetto istituzionale alle Antichità e Belle Arti, disciplinando per la prima volta tutta la materia del patrimonio artistico, archeologico e storico d'Italia. Nel 1910 promosse la nascita dell'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma, del quale fu anche presidente.
Tavola n. 13 raffigurante il Progetto del 1911 per lo scoprimento dei Fori Imperiali, da Il mercato di Traiano di Corrado Ricci edito nel 1929
Il fondo è entrato alla BiASA dopo la morte di Ricci nel 1934. Esso è composto da circa 3000 tra miscellanee e monografie di vario argomento, che documentano i vasti interessi del proprietario e l‘attività svolta in qualità di promotore delle arti e della ricerca archeologica.