Il nuovo architetto riprende in mano i lavori e risolve i problemi di consolidamento
Nominato direttore artistico del Vittoriano nel 1924, Armando Brasini (1879-1965), rivolse immediatamente la propria attenzione ai problemi che affliggevano la parte orientale: nel frattempo, questi problemi si erano ulteriormente aggravati per via della necessità di tutelare un imponente muro di età romana emerso nei lavori di sbancamento del convento dell’Ara Coeli.
Ritratto dell'architetto Armando Brasini
Veduta dell'area dei Fori imperiali durante i lavori di demolizione e costruzione, sullo sfondo il lato orientale del Vittoriano, detto Ala Brasini, e il convento dell'Aracoeli, anch'esso in fase di costruzione, in una fotografia del 23 settembre 1932
Brasini impose una serie di modifiche al progetto di partenza, elaborato pochi mesi prima da Manfredi-Piacentini: l’architetto trasformò così l’edificio di collegamento con il portico del Vignola nell’ingresso principale del Museo del Risorgimento e lo dotò di una facciata monumentale in peperino e travertino. Anche grazie a una serie di soluzioni obiettivamente ingegnose, Brasini risolse così il problema dello ‘scivolamento’ del lato orientale del Vittoriano.
Veduta del lato orientale (a sinistra) del Vittoriano, detto Ala Brasini, all'inizio degli anni Quaranta
Veduta del lato orientale del Vittoriano, detto Ala Brasini, con il portico del convento dell'Ara Coeli trasformato nella facciata monumetale del Museo Centrale del Risorgimento